29 aprile 1993 La camera dei deputati non concede l'autorizzazione a procedere contro Craxi

29 aprile 1993 La camera dei deputati non concede l'autorizzazione a procedere contro Craxi
di Enrico Gregori
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Domenica 26 Aprile 2015, 11:19 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 00:06
La Camera dei deputati non concede l'autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi, colpito da numerosi avvisi di garanzia. La decisione scatena proteste e malumori in tutta Italia.

Il 23 marzo dello stesso anno gli avvisi di garanzia - tutti per episodi circostanziati di corruzione e finanziamento illecito di partito - erano diventati 11, ma già l'11 febbraio Craxi si era visto costretto a dimettersi dalla segreteria del PSI. Anche gli altri due componenti del cosiddetto CAF, Forlani e Andreotti, verranno raggiunti in quel periodo da informazioni di garanzia, l'uno nell'ambito del processo per tangenti negli appalti Eni-Snam-Autostrade e l'altro addirittura per supposta collusione con la mafia. Sia Forlani che Andreotti, peraltro, verranno completamente assolti e scagionati da ogni accusa.



Si dichiarò colpevole, anche davanti ai giudici, solo di finanziamento illecito al Psi, ma negò sempre ogni accusa di corruzione per arricchimento personale. Il 29 aprile 1993, la Camera dei deputati negò l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti provocando l'ira dell'opinione pubblica e facendo gridare allo scandalo numerosi quotidiani. Nella stessa aula, seguirono momenti di tensione, con i deputati della Lega e dell'Msi che gridavano "ladri" ai colleghi che avevano votato a favore di Craxi, secondo una tecnica di utilizzo politico definita "la mossa del cavallo". Alcuni ministri del governo Ciampi si dimisero in segno di protesta.