La notizia, d’altra parte, era già stata anticipata dal consigliere politico del Cavaliere, Giovanni Toti: «E’ il leader del nostro partito ed è stato condannato da una sentenza ingiusta. Ci sono molti ricorsi pendenti, a nostro avviso è una lesione della democrazia se Berlusconi non potesse guidare le liste dei moderati». Toti ha rilanciato il quesito di sempre: «Sono i magistrati che decidono i contorni del campo della politica o sono gli elettori?», insieme al sospetto che «mettere fuori campo Silvio Berlusconi per via giudiziaria e non elettorale era un disegno», e ha concluso con l’augurio che «gli elettori possano scegliere il nome di Berlusconi alle elezioni europee, come del resto hanno fatto da 20 anni a questa parte», dopo che il Parlamento europeo che è «sovrano» abbia fatto «le sue considerazioni».
«Non-si-può», scandisce il vicepresidente dell’europarlamento, Gianni Pittella: «La legge Severino prescrive chiaramente che i condannati in via definitiva non possono essere candidati né al Parlamento italiano né tantomeno a quello europeo. Faccio anche presente a Toti che il 23 ottobre scorso la plenaria di Strasburgo ha approvato, con i voti del Ppe, una raccomandazione contenuta nel testo delle conclusioni della Commissione speciale antimafia, che prescrive: ”Devono essere ineleggibili al Parlamento europeo e nell'impossibilità di prestare servizio nelle istituzioni e negli altri organi dell'Unione non solo i condannati in via definitiva per reati di criminalità organizzata e riciclaggio, ma anche quelli per corruzione ed altri reati gravi, anche di natura economica e finanziaria“».
PROVOCAZIONE
E il capogruppo piddino in commissione Giustizia a Montecitorio, Walter Verini: «L’idea della candidatura di Berlusconi alle prossime elezioni europee è una provocazione propagandistica, una trovata di marketing politico, anche se la legge non lo consente. Per quanto ci riguarda, come democratici lavoriamo con la testa rivolta al futuro e non al berlusconismo, senza cadere nelle trovate propagandistiche».
Un invito, insomma, a evitare che l’agenda elettorale per le europee sia dettata dal Cavaliere. Non a caso, al tweet di Toti «Berlusconi in campo alle Europee... quanta paura ragazzi!!», ha risposto il tweet del renziano Andrea Marcucci: «L'eventuale candidatura di Berlusconi è un problema che riguarda Forza Italia e, nel caso, il Tribunale di Milano. Il Pd alle europee non ha paura di nessuno». E pure Scelta civica ha preso le distanze dall’annunciato rientro in pista del Cavaliere: «Berlusconi alle Europee? Non lo consente la legge. Non ha diritti politici. Ogni forzatura sarà vulnus a democrazia», ha detto il capogruppo a palazzo Madama, Gianluca Susta.
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