Roma, protesta choc al Cie: immigrati si cuciono la bocca

Roma, protesta choc al Cie: immigrati si cuciono la bocca
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Sabato 21 Dicembre 2013, 17:41 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 09:54
ROMA - Protesta choc al Centro di accoglienza immigrati di Ponte Galeria a Roma: quattro magrebini, ospiti della struttura, si sono cuciti la bocca per protestare contro il protrarsi della permanenza nel centro.



I quattro africani, subito soccorsi dagli agenti e assistiti da un medico, si erano cuciti la bocca in alcuni punti, questa mattina, con ago e filo. Al momento non si sono registrate altre situazioni di tensione all'interno del centro.



Uno dei quatto magrebini, che ha inscenato la protesta al Centro di accoglienza per gli immigrati a Roma cucendosi la bocca, avrebbe dovuto lasciare la struttura lunedì prossimo per essere rimpatriato nel suo paese. Dei quattro africani, due hanno circa vent'anni e sono ospiti del centro da poco, gli altri due hanno oltre trent'anni.



Poi altri quattro immigrati hanno «aderito» alla protesta. Nel Cie al momento ci sono circa 90 persone, 61 uomini e 29 donne. I primi quattro migranti protagonisti della protesta sono pregiudicati e provengono dal carcere. Il Garante dei detenuti del Lazio da tempo si batte perchè passi il progetto di effettuare le identificazioni in carcere: se avvenissero nelle strutture penitenziarie, infatti, si ridurrebbero i tempi di permanenza all'interno dei Cie.



La protesta sarebbe partita da un giovanissimo imam di 32 anni.
L'uomo, un tunisino ex detenuto, è stato il primo dei cinque migranti a dare il via alla protesta. Il 32enne, mercoledì scorso, aveva avuto un incontro con il Garante dei detenuti del Lazio dove, a quanto si apprende, si era lamentato dicendo di aver fatto, dal carcere, un trasferimento di soldi alla sua famiglia ma che quel denaro non era mai arrivato a destinazione.




Marino «La loro protesta ci impone con forza di riaprire il dibattito nazionale su questi luoghi disumani e su una legge, la Bossi-Fini, che equipara a criminali chi fugge da guerre, violenze e povertà. Non possiamo, e non vogliamo abituarci alle tragedie. Dobbiamo, al contrario, impegnarci tutti contro l'indifferenza». Lo ha scritto il sindaco Ignazio Marino su Facebook.
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