Fregene e il rito del tramonto, ma chi paga il conto se piove?

Fregene e il rito del tramonto, ma chi paga il conto se piove?
di Pietro Piovani
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Lunedì 27 Agosto 2018, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 14:24
Il sole non si vede, è nascosto dalle nuvole. Sono quasi le otto, e come tutte le sere sulla spiaggia di Fregene, al Villaggio dei pescatori, una folla di romani si prepara al rito del tramonto. È il saluto al sole, come il “Surya Namaskara” della pratica yoga, anche se in verità per i maestri yoga il sole andrebbe salutato all’alba, ma qui sono giorni di vacanza, al mattino si dorme, l’astro luminoso non si offenderà se invece del buongiorno riceverà una buonanotte. Ed è comunque meritoria l’iniziativa di questo stabilimento che resta aperto quando nella maggior parte degli altri stabilimenti i clienti sono già stati cacciati, spesso in malo modo.

Qui invece c’è tanta vita, e aperitivi, corone di fiori finti al collo, perline sulla fronte, teli stesi sulla sabbia, baldacchini e lenzuoli bianchi che svolazzano al vento. Perché in effetti stasera c’è parecchio vento. Tra poco, come tutte le sere, dovrebbe comparire un lungagnone dalle fattezze inequivocabilmente indiane, vestito di bianco, per far risuonare il gong nell’istante in cui il sole scompare dietro al mare, sotto gli occhi dei telefonini, in diretta Instagram.

Ma all’improvviso il vento si trasforma in burrasca e le nuvole scaricano al suolo tutta la loro acqua. Si levano le urla delle ragazze spaventate, gli asciugamani volano in aria, tutti corrono via. Per questa sera niente gong, nessuno darà la buonanotte al sole. Pare che, con la scusa del fuggi fuggi, qualcuno ne abbia approfittato per non pagare il conto.
pietro.piovani@ilmessaggero.it
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