Il «regalo» ai neonati del vessillo con la rappresentazione simbolica dell'evangelista San Marco verrebbe fatto dai sindaci in occasione della giornata della «Festa del Popolo Veneto» istituita da un'altra legge regionale nel 2007 per la «tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e culturale veneto» e che è stata fissata al 25 marzo di ogni anno. «Lo scopo della proposta di legge è duplice - precisa Michieletto - perché da un lato, senza gravare sulle casse comunali, vengono coinvolti i Sindaci, ovvero i primi cittadini rappresentanti della comunità locale, mentre dall'altro verrebbero coinvolte le famiglie, la colonna portante della comunità stessa, che riceverebbero il simbolo identitario di una Regione orgogliosa delle proprie radici storiche e culturali».
Duplice però è anche la critica che viene dall'opposizione a questa proposta. Graziano Azzalin, esponente del Pd, parla innanzitutto di «fantasia propagandistica della Lega» e ricorda che «mancano i soldi per le scuole paritarie, ma noi regaliamo alle famiglie delle bandiere perché siano orgogliose di essere venete. Immagino facciano i salti di gioia». Il consigliere dem, in seconda battuta, si dice «curioso di sapere se verrà consegnata a tutti i nuovi 'venetì, viste le posizioni della Lega sullo Ius Soli» e comunque «con Salvini il Nord e la Padania sono spariti, prima gli italiani. Quindi, se proprio vuole - conclude - regali ai nuovi nati un tricolore».
La polemica non tocca il presidente leghista del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, che appoggia la proposta di legge sottolineando che «chi nasce in Veneto non è straniero, semmai un foresto che vive e lavora e si integra con i nostri valori ed è benvenuto» e ricorda infine che il vessillo di San Marco «esprime i valori della pace, anzi, li ha scritti dentro. Tutti sono benvenuti, e se un foresto condivide una cultura di lavoro, operosità - ha concluso - è pienamente nostro cittadino».
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