La maggioranza resta unita sui negozi: leggi gemelle contro le aperture festive

La maggioranza resta unita sui negozi: leggi gemelle contro le aperture festive
di Stefania Piras
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Martedì 10 Luglio 2018, 00:55 - Ultimo aggiornamento: 09:51

ROMA Insieme contro le aperture domenicali. M5S e Lega su questo andavano d’accordo anche prima e ieri sono state assegnate alla commissione Attività produttive le rispettive, ma praticamente identiche, proposte di legge per chiudere i negozi durante i giorni festivi. Registi dell’operazione il team dei sottosegretari gialloverdi. Sono proposte che avanzarono anche nella scorsa legislatura. E le hanno ripresentate due settimane dopo la prima seduta delle Camere. Perciò è considerata una legge prioritaria per entrambi. 

SOTTOSEGRETARI
Il Movimento l‘ha leggermente cambiata: il primo firmatario non è più Michele Dell’Orco che la presentò nel 2013 appena sbarcato in Parlamento. Dell’Orco non è stato rieletto ma è diventato sottosegretario ai Trasporti. Il testimone di questa proposta di legge l’ha raccolto Davide Crippa, anche lui diventato sottosegretario al Mise. Oltre a lui firmano la proposta neoeletti come Rachele Silvestri, 31 anni, professione: commessa, e quindi molto toccata dalla questione. Il tema si era rivelato prezioso in campagna elettorale anche per stabilire un buon rapporto con i vescovi che si sono sempre schierati contro le aperture domenicali degli esercizi commerciali perché considerate deleterie per le famiglie. Nella nuova proposta di legge i Cinque Stelle aggiungono nel calderone l’amato e-commerce; non grandi cose: nel testo si dice che il consumatore potrà continuare a comprare online ma dovrà essere chiaro che l’attività commerciale se si svolge in Italia, non sarà esercitata in alcune delle sue fasi la domenica). E, novità, accolgono parzialmente la deregulation tanto odiata per bar, ristoranti, e attività turistiche, e le città turistiche pure. In modo che la loro proposta combaci con quella dell’alleato in ottica di governo. 

E infatti il testo presentato dalla leghista Barbara Saltamartini è identico nei contenuti. Il Carroccio è stato addirittura più celere nel depositarlo rispetto al Movimento. Il testo, uguale a quello della scorsa legislatura, reca firme importanti, di deputati che ricoprono posti chiave nell’esecutivo. Sono di nuovo tutti sottosegretari: c’è la firma dell’attuale sottosegretario Giancarlo Giorgetti, e quella din Nicola Molteni, anche lui nominato sottosegretario al Viminale. C’era anche la firma di Massimiliano Fedriga che ora da governatore del Friuli Venezia Giulia, se la legge verrà approvata, avrà in capo le competenze per chiudere i negozi la domenica. 

TURNI 
La proposta pentastellata è molto schiacciata su presupposti laburisti, sui diritti dei lavoratori e sulla desertificazione dei centri storici che per colpa della grande distribuzione soffrono la concorrenza spropositata. Si parla di «turni massacranti e senza scelta, anche nei giorni festivi» e di «ricatto occupazionale». La Lega, che nel governo ha infatti un ministro della Famiglia, la punta proprio su questo. Il vantaggio di lavoratori e consumatori sarebbe quello di «riscoprire pian piano il piacere di riappropriarsi di alcuni valori all’interno del contesto sociale in cui vivono come, ad esempio, quello di trascorrere le festività in famiglia o di impiegare il proprio tempo libero passeggiando all’aria aperta o nei piccoli centri». Presupposti diversissimi, obiettivi identici.

 
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