Quel viaggio resta una tappa simbolica e carica di attese che Francesco la vuole riproporre nella basilica di San Pietro vederdì prossimo, 6 luglio. Il Papa sul ricordo di quella trasferba brevissima che durò lo spazio di una mattinata, vuole celebrare una messa in basilica per i migranti e i rifugiati morti nel Mediterraneo, ma anche per coloro che sono riusciti ad arrivare vivi in Europa e per i soccorritori che li hanno aiutati. Sotto forma di preghiera vuole gridare contro l'apatia collettiva di coloro che ostinatamente si rifiutano di vedere in faccia un fenomeno globale, non eludibile, non più marginale per il destino di tutti. C'è molta attesa per l'omelia che pronuncerà e che probabilmente affronterà anche il tema delle chiusure dei porti e delle frontiere.
Qualche tempo fa, a conclusione del caso Aquarius, la nave della ong carica di migranti costretta ad approdare a Valencia, in Spagna, dopo che l'Italia ha impedito ogni attracco, il Papa ha rivolto al cardinale di Valencia, Antonio Canizarez, i suoi personali ringraziamenti per come la diocesi spagnola si è attivata ad accogliere 200 dei 629 migranti . Il cardinale era reduce da una udienza a Santa Marta, e ha riferito per filo e per segno le parole che il pontefice aveva chiesto di riportare testualmente. «Mi avete commosso per come vi siete comportati. Mi congratulo e ringrazio tutti voi della diocesi di Valencia per la prontezza e la generosità con cui avete reagito. Un esempio di generosità verso questa povera gente».
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