Ballottaggi, la Lega sfida il Pd nelle roccaforti rosse

Ballottaggi, la Lega sfida il Pd nelle roccaforti rosse
di Mario Ajello
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Sabato 23 Giugno 2018, 14:33 - Ultimo aggiornamento: 14:34
«Il Pd vince ormai solo al fantacalcio!». Matteo Salvini scatenato. Ha fatto il giro delle roccaforti rosse da espugnare nelle ultime ore di campagna elettorale per i ballottaggi. E il senso vero di questa tornata elettorale, molto importante per gli equilibri politici generali, è che la Lega va alla conquista del Centro Italia, quella che - dalla Toscana all'Umbria - era un tempo il cuore rosso della Penisola ma ormai non lo è più e da domani sera probabilmente lo sarà ancora di meno. Deve cadere Pisa, deve cadere Terni: questa doppietta, se avverrà, rappresenterà per Salvini la massima soddisfazione.

IL QUADRO
Queste elezioni - domani si sceglie il sindaco in 75 comuni, 14 sono capoluogo e occhio anche a Imola, Massa, Siena - potrebbero certificare un dato di fondo. Ossia che un pezzo del blocco sociale che nelle regioni rosse ha sempre scelto la sinistra stavolta punta sulla destra. O meglio sul centrodestra a trazione leghista. Nel 2013, alle politiche, il relativo smottamento della sinistra in Emilia, nelle Marche e giù di lì avvenne in favore dei 5 stelle. Nel 2018, nel voto del 4 marzo, quei pezzi di società da sempre vicini al Pci-Pds-Ds-Pd si sono avvicinati alla Lega. Ora, potrebbe chiudersi il cerchio. Per evitarlo, alla vigilia dei ballottaggi, tranne Renzi il Pd ha schierato i big da Calenda a Veltroni, da Gentiloni a Beppe Sala, da Martina a Zedda e agli altri, ma non è affatto detto che questo possa bastare. Salvini ha fatto il pienone ovunque, piazza dopo piazza, città rossa (a Terni è prevista una vittoria a valanga del candidato del Carroccio, Leonardo Latini, in vantaggio con il 49,2 sul grillino De Luca al 25 per cento) dopo città rossa, per usare la vecchia terminologia. I grandi temi, come immigrati o rom, sono quelli su cui la Lega ha battuto. In ballo ci sono le città, adesso, ma sullo sfondo c'è la grande partita delle prossime regionali e sia in Toscana sia in Umbria il Carroccio è convinto di eleggere il governatore. E, nel caso, sarà una svolta epocale.

A Pisa la Lega era allo 0,35 per cento cinque anni fa, e adesso al secondo turno si presenta forte di un 24,7 per cento. Che è anche di più di quanto la Lega aveva preso alle politiche del 4 marzo. E i 5 stelle? Sono andati al ballottaggio soltanto in tre capoluoghi su venti: Avellino, Ragusa, Terni. Qui è impossibile che ce la possano fare, ad Avellino è difficile, a Ragusa sono messi meglio. L'asse M5S-Lega, l'alleanza giallo-verde che governa l'Italia, può scattare a Imola, a Pisa, ad Avellino. In 46 comuni su 75, secondo l'Istituto Cattaneo, c'è il vecchio bipolarismo centrosinistra-centrodestra, anche se in certi casi sono mascherati da civici. Al Nord, le sfide principali vedono Pd da una parte e Lega dall'altra (e a Brescia per esempio già al primo turno ha vinto il Pd). Al Sud invece, da Avellino a Ragusa, i 5 stelle contro il centrodestra che da quelle parti è ancora a prevalenza di Forza Italia. Che però - altro dato importante - in queste elezioni dimostra tutta la sua evanescenza ormai, perché da domani il centrodestra dovrebbe risultare ancora più di prima un destracentro. Non a caso spicca l'assenza di Berlusconi in questa partita, anche al secondo turno.

Ultimo dato da tenere presente. Per fare l'invasore leghista, nelle città rosse la sinistra si è riunita in un fronte popolare, o repubblicano, tra Pd, Leu e altri gruppi. Se dovesse reggere questa diga comune, potrebbe essere replicata come inizio per la riconquista del Paese contro leghismo e grillismo. Ma pochi si fanno illusioni in proposito.
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