Raggi: «Che fine farà lo stadio? Non lo sappiamo. Non sono lo sfogatoio d'Italia»

Raggi: «Che fine farà lo stadio? Non lo sappiamo. Non sono lo sfogatoio d'Italia»
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Giovedì 14 Giugno 2018, 20:15
Il sindaco di Roma Virginia Raggi è stata ospite di Porta a Porta dove ha parlato a 360 gradi sulla situazione politica e, naturalmente, sullo scandalo dello stadio. «Sono stati arrestati l'ex assessore di Zingaretti, Palozzi vice-presidente del consiglio regionale e si parla di sistema Raggi ma io non c'entro. C'é un accanimento mediatico, io non sono lo sfogatoio di Italia! Questa cosa deve finire». Lo dice la sindaca di Roma Virginia Raggi a Porta a Porta parlando dell'inchiesta sullo stadio della Roma che ha portato in carcere nove persone. 

Lo stadio. «Che fine farà lo Stadio? Non lo sappiamo. Gli atti della procedura sembrano tutti validi. Noi ci riserviamo di fare tutti gli approfondimenti del caso. Se non ci sono irregolarità a mio avviso si potrà andare avanti». 
«Io non ho strumenti di ispezione e indagine. Il metodo che abbiamo» ovvero quello in cui «ci basiamo su curriculum e capacità può portare dei problemi come nel caso Marra». Ma «non si tratta di fragilità semmai di fragilità di sistema», ha continuato Raggi che ha parlato di Luca Lanzalone, presidente dell'Acea, finito ai domiciliari nell'inchiesta, come di un «professionista che ha portato brillantemente in porto il concordato» in una società di Livorno.

«No, non ho parlato di Lanzalone con di Maio, sono 24 ore che leggo cose folli su giornali, ho letto che Di Maio sarebbe stato ieri in Campidoglio: smentiamo questa cosa, non è venuto in Campidoglio», ha poi precisato il sindaco.

«Berdini (ex assessore all'Urbanistica del Campidoglio, ndr) non ha firmato una sola carta. Per opporsi a un progetto bisogna produrre degli atti. Non c'è un atto. Per cui abbiamo chiamato Lanzalone che avevo incontrato prima per chiedere chiarimenti sul concordato preventivo», ha sostenuto ancora Raggi. «All'indomani dell'arresto Marra ci fu uno scossone in consiglio» e Fraccaro e Bonafede «ci diedero un po' di supporto. Io chiesi di poter fare un approfondimento sul concordato preventivo in continuità» con Lanzalone che aveva lavorato al concordato a Livorno. Per la scelta dello stesso come presidente di Acea «abbiamo tirato fuori una serie di cv e tra questi Lanzalone. E la governance di Acea ha suscitato fiducia nel mercato. Acea da allora ha fatto lavori che non erano mai stati fatti»
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