Il provvedimento è stato eseguito dalla Polizia Postale di Reggio Calabria che, tempo addietro, aveva eseguito una perquisizione nell'abitazione e nella sede di lavoro dell'indagato nell'ambito di un altro procedimento penale aperto dalla Procura della Repubblica di Venezia. Gli accertamenti hanno consentito di trovare duemila file di immagini e video conservati nelle memorie digitali degli strumenti sequestrati, dal contenuto esplicitamente pedo-pornografico del quale, secondo l'accusa, l'uomo era perfettamente consapevole, tanto che gli viene contestata l'aggravante dell'utilizzo di mezzi per impedire la propria identificazione.
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