vedi come la finirebbero di farsi i video i selfie gli sms mentre guidano
@LetiziaPuccioni
Forse è arrivato il momento di arrenderci: volenti o nolenti, accettiamo il fatto che ormai a Roma l’automobile si guida tenendo in mano il telefonino. Ci abbiamo provato a ribellarci, a denunciare il malcostume, a segnalare la minaccia per l’incolumità del guidatore, dei suoi passeggeri, degli altri automobilisti, dei motociclisti, dei ciclisti, dei pedoni. Ma a un certo punto bisogna fare i conti con la realtà e ammettere che hanno vinto loro, gli automobilisti telefonisti e compulsatori ossessivi di dispositivi elettronici. E allora prendiamone atto e regoliamoci di conseguenza.
Aggiorniamo il codice della strada, abolendo la multa da 161 euro e i 5 punti di penalizzazione sulla patente, sanzioni che fino a oggi si sono dimostrate solo ipotetiche e dunque inutili. Adeguiamo la scuola guida, introducendo lezioni con maestri Jedi per allenarsi a governare la vettura con gli occhi bendati, perché se dobbiamo guidare tenendo lo sguardo sul display invece che sulla strada possiamo solo sperare che la forza sia con noi. E aggiungiamo anche un quarto colore ai semafori, per istituire un tempo apposito da dedicare alla corrispondenza su WhatsApp senza essere disturbati dal clacson di quello che sta dietro.
È vero, in altri comuni non si sono arresi e anzi hanno preso provvedimenti. Per esempio a Palermo la polizia municipale manda per le strade agenti in borghese con la motocicletta, per filmare e multare chi si distrae con il telefono mentre sta al volante. Ma non possiamo certo aspettarci che Roma competa in efficienza e severità con una città come Palermo.
pietro.piovani@ilmessaggero.it
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