Migranti, espulsione subito per chi ruba o stupra

Migranti, Trenta chiama la Nato. E per chi ruba espulsione subito
di Cristiana Mangani
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Venerdì 8 Giugno 2018, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 07:55

E dopo l'immigrazione arriva la sicurezza, un'altra delle priorità del ministro Salvini. Anche se, per come l'ha chiarita lui stesso ieri, le due questioni sembrano essere molto legate tra di loro. Il leader del Carroccio ha spiegato che verranno fatte delle modifiche normative. Questo per permettere l'espulsione di chi è in possesso dello status di rifugiato qualora commetta qualche reato. Rapina, furto, stupro, sono alcuni dei crimini che consentirebbero di cancellare i benefici e il permesso in Italia, e di rimandare in tempi rapidi nel paese di provenienza, chi li ha commessi. Anche se provenga da un luogo dove è in corso una guerra.

REATI MODIFICATI
Di questo tipo di modifiche alla legge si parla già nel programma di governo. Viene specificato che «al fine di garantire un corretto bilanciamento con gli interessi di sicurezza ed ordine pubblico occorre prevedere specifiche fattispecie di reato che comportino, qualora commessi da richiedenti asilo, il loro immediato allontanamento dal territorio nazionale». Il responsabile del Viminale lo ha ribadito ieri, e l'occasione è stata l'aggressione a due autisti dell'autobus avvenuta qualche giorno fa a Como da parte di quattro immigrati. Salvini si recherà oggi a portare la sua solidarietà, perché «mi sembra giusto sottolineare - ha dichiarato mentre si recava al ricevimento all'ambasciata russa - che chi arriva nel mio paese chiedendo sicurezza non agisca in questo modo. Farò sì che almeno uno degli aggressori venga espulso. I comaschi non devono trovarselo più in giro. Comunque si stanno studiando delle novità anche dal punto di vista normativo per modificare la legge».

Il ministro, pur avendo acquisito parecchie informazioni dai direttori dei Dipartimenti, non sembra aver ancora preso visione dei vari dossier in suo possesso, e potrebbe cominciare a farlo a conclusione di questa nuova tornata elettorale. Dunque già da lunedì. Nel frattempo, però, quello che preme a lui, ma anche all'intero esecutivo, è di modificare gli equilibri nelle coalizioni internazionali. Tanto che ieri al vertice Nato a Bruxelles, il ministro della difesa Elisabetta Trenta, in accordo con il collega dell'Interno, ha lanciato un vero e proprio sos nei confronti dell'Alleanza Atlantica, affinché si occupi di Mediterraneo.

COMMISSIONI POTENZIATE
Sul fronte interno, però, sono tante le cose in cantiere. Si comincerà a lavorare per aumentare i centri rimpatri, ridurre il numero degli sbarchi e velocizzare le espulsioni. Salvini intende anche chiedere un impegno maggiore a chi presiede le Commissioni territoriali che si occupano di valutare chi abbia diritto all'asilo, e li ha convocati per il 19 giugno. Le pratiche procedono a rilento. E allora come velocizzarle? I componenti della Commissione vorrebbero ottenere il dirottamento di una parte dei soldi dell'accoglienza per potenziare i loro uffici. Potrebbero garantire di un impegno maggiore disponendo di nuove forze in campo.

Viene rinviata agli inizi di luglio, invece, la visita del ministro in Tunisia. Il viaggio era previsto già per martedì prossimo, ma la rimozione del responsabile dell'Interno tunisino e la necessità di potenziare alcuni aspetti dell'accordo con il paese Nord africano, hanno fatto preferire un'altra data. Il leader della Lega ha riparlato anche della Libia. «È la mia prima urgenza nel Mediterraneo, la più preoccupante».

LINEA DURA
A livello europeo, intanto, avanza la linea dura e si fa strada l'ipotesi di un progetto per creare centri per richiedenti asilo fuori dai confini dell'Unione, dove i migranti potranno attendere la decisione sulla richiesta di asilo. Una soluzione in passato ventilata dall'Ungheria di Viktor Orban, ma respinta a favore di una linea più soft, della ridistribuzione dei migranti. Alcuni paesi, come il Belgio, vorrebbero veder nascere questi centri in Tunisia, e anche in Germania, il ministro dell'Interno Thomas de Maiziere, sembra essere impegnato sull'ipotesi. Altri, come Austria e Danimarca, guardano alla stessa Europa. E viene ipotizzata l'Albania.

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