Liste d'attesa e fondi per il personale, la Sanità riparte con il piano-pazienti

Liste d'attesa e fondi per il personale, la Sanità riparte con il piano-pazienti
di Mauro Evangelisti
3 Minuti di Lettura
Martedì 5 Giugno 2018, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 08:44
Giulia Grillo, nuovo ministro della Salute, confessa: «Non dormo alla notte se penso a quando dovrò parlare con il ministro dell'Economia». Servono soldi per combattere il grande male delle liste d'attesa e rafforzare gli organici degli ospedali come ha promesso. Ed è al Mef che dovrà chiedere più risorse nella nuova legge di bilancio. Beatrice Lorenzin l'ha preceduta nell'ufficio più importante del palazzo del Ministero, a Trastevere. Attorno alle 15 c'è l'incontro per il passaggio di consegne.

Quando esce, la Lorenzin è un fiore: «Per un po' ora io penso a fare squat», scherza perché dopo cinque anni nella trincea di uno dei Ministeri più complicati può tirare il fiato. La Grillo, medico-legale e siciliana, pentastellata militante, riflette sulle prime mosse al Ministero. Tutti - giornalisti ma anche ultrà no-vax - le chiedono se cambierà la legge sui vaccini, ma lei sa benissimo che le priorità sono altre.

PERCORSO
Sull'obbligo vaccinale ripete quanto aveva già spiegato al Messaggero subito dopo il giuramento, venerdì scorso: «I vaccini sono parte del contratto di governo. C'è una parte del contratto che ne parla, piccola, ma c'è. E su questo agiremo in sinergia con il resto del Governo. Quando lo faremo, vi comunicheremo modi e tempi». Si agirà con prudenza, senza correre e senza iniziare guerre sante, ma modifiche ci saranno, perché il contratto dice: «Garantendo le necessarie coperture vaccinali, va affrontata la tematica del giusto equilibrio tra il diritto all'istruzione e il diritto alla salute». «Non bisogna disorientare le famiglie e compromettere il lavoro di questi mesi», chiede dalla Regione Lazio, l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato.

Due miliardi. Questo è il primo dato che agita il sonno alla Grillo. Presto andrà ridiscusso il conteggio del fondo sanitario nazionale, le risorse che vengono distribuite dallo Stato alle regioni. Attualmente è di 114 miliardi, ma nel 2018 per adeguarlo sulla base del rapporto con il Pil, servono altri 2 miliardi di euro. Problema: anche quell'aumento non sarà sufficiente a dare la svolta promessa in campagna elettorale. Racconta il ministro: «Questo sarà un periodo di gestazione necessario per avviare un lavoro finalizzato a trovare una sinergia in particolare col Mef, che è la mia grande preoccupazione perché voglio difendere il sistema pubblico, invertendo la rotta dei finanziamenti di questi ultimi anni».

Ecco, già nei giorni scorsi la Grillo aveva fissato i punti da cui partire: «La piaga delle liste di attesa, i Lea (livelli essenziali d'assistenza), le assunzioni del personale medico e infermieristico, la governance della farmaceutica». Non esistono pasti gratis, dicono gli economisti: combattere le liste d'attesa e varare una stagione di assunzioni richiede fondi e tutto questo rischia di scontrarsi con altre promesse, dal reddito di cittadinanza alla flat tax (sia pure dal 2020).

Le ricerche più recenti sulle liste di attesa, pubblicate dal Crea (Consorzio per la ricerca economica applicata in sanità) dicono che la media su scala nazionale, nel 2017, è di 65 giorni su per una visita medica specialistica, mentre nel privato è di 7. Ci sono dei picchi ancora più preoccupanti, come il dato di 88,3 giorni per la visita oculistica, di 70,3 per una ecocardiografia, di 96,2 per una colonscopia. Sono la fotografia di una verità amara: se puoi pagare, anche in regime di intra moenia, i tempi per una visita o per un esame sono molto rapidi, se non te lo puoi permettere sei condannato ad aspettare.

NOMINE
Per questo quando la tirano per la giacca chiedendole se cambierà la legge sull'obbligatorietà dei vaccini, Giulia Grillo ripete che la sanità è anche molto altro: «La Lorenzin mi ha illustrato le misure intraprese e quelle che transitano per essere completate nella nuova legislatura, come alcuni decreti attuativi sulla responsabilità medica, l'intervento sul nomenclatore tariffario e le relative coperture economiche. Ci sono poi dossier su nomine in scadenza con una certa urgenza. Mi trovo subito a prendere atto di quello che c'è da fare e inizieremo ad attuare il contratto di governo, cercando di capire come calare la parte nuova con quello che c'è da completare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA