​Gentiloni: «Italia considerata partner credibile. Ma attenti! O i danni li pagheranno i cittadini non gli euroburocrati»

Gentiloni: «Italia considerata partner credibile. Ma attenti! O i danni li pagheranno i cittadini non gli euroburocrati»
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Giovedì 17 Maggio 2018, 11:35 - Ultimo aggiornamento: 19:55
«Abbiamo dimostrato con i fatti che rispettando le regole europee si può concorrere a modificarle. Se si andasse fuori strada a essere danneggiati non sarebbero gli euroburocrati ma i cittadini italiani. Attenzione perché c'è un percorso, ci sono risultati, solidità e molte cose da fare. Ma tutto si può fare tranne che buttarlo all'aria perché a pagarne il prezzo sarebbero i cittadini italiani». Lo dice il premier Paolo Gentiloni a Sofia, a margine del vertice dell'Ue con i Paesi dei Balcani occidentali.

«Dietro le quinte» del vertice di Sofia, continua il premier, «si è parlato ahinoi del nostro Paese che è al centro dell'attenzione dei leader europei. L'Italia in questi cinque o sei anni ha recuperato solidità e credibilità» e «siamo considerati un partner credibile». 

 

«In un momento in cui si discute molto del futuro dell'Europa e ci sono visioni diverse su temi come l'unione bancaria, l'unione monetaria, le questioni migratorie, tra i principali player, ci sarebbe grandissimo bisogno di un ruolo da protagonista del nostro Paese. Anche perché siamo un esempio di un Paese che ha subito alcune decisioni sfavorevoli prese a Bruxelles e che poi ha dimostrato con i fatti che rispettando le regole europee si può anche concorrere a modificarle». Lo dice il premier Paolo Gentiloni a Sofia, a margine del vertice dell'Ue con i Paesi dei Balcani occidentali. «Alcune dei quelle regole erano state definite in momenti di debolezza dell'Italia e non erano, per usare un eufemismo, a noi favorevoli. Le abbiamo accettate e abbiamo concorso a modificarle, con risultati molto positivi», aggiunge.

Ci sono «preoccupazioni» tra i leader Ue riuniti a Sofia sull'Italia, ha poi detto  Gentiloni, parlando dalla capitale bulgara e spiegando: «Non c'è preoccupazione per il colore politico del governo, qui c'è un ventaglio di posizioni politiche che va bene per tutti i gusti, c'è attenzione perché scelte fondamentali sulle alleanze, la tenuta dei conti e l'efficacia delle politiche migratorie possano essere messe in discussione». «Io capisco le preoccupazioni dei colleghi europei ma non è il mio problema, ognuno difende il proprio Paese e ognuno ha la sua idea del progetto comune europeo », ha spiegato il presidente del Consiglio. «Penso che tuttavia non sia un caso che le preoccupazioni che io sento coincidano con quelle di molti leader europei su tre grandi cose: l'atteggiamento sulle grandi scelte internazionali sempre condivise dall'Europa al di là del colore politico dei governi, da Orban e Tsipras; i rischi connessi alle politiche a debito; il rischio di mettere in discussione i risultati che sono vissuti qui come grandi successi sulle politiche migratorie».


 
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