Ilva, operaio 28enne muore colpito alla schiena da un grosso cavo. Sciopero a oltranza

Ilva, operaio 28enne muore colpito alla schiena da un grosso cavo. Sciopero immediato
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Giovedì 17 Maggio 2018, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 23:10

Erano passati venti mesi dall'ultimo grave incidente che costò la vita a un giovane operaio dell'appalto Ilva. Si chiamava Giacomo Campo, aveva 25 anni e rimase schiacciato da un nastro trasportatore. Oggi la stessa sorte è toccata a un altro ragazzo nato e cresciuto nel rione Tamburi, Angelo Raffaele Fuggiano, di 28 anni, dipendente della ditta Ferplast, che si occupa di carpenterie metalliche.

Stava sostituendo una fune ad una delle gru che scaricano i minerali nel reparto Ima (Impianti marittimi), quando è saltato un ancoraggio ed è stato colpito in pieno dal bozzello del cavo d'acciaio. È stato soccorso subito dal 118, ma le ferite erano troppo gravi. Il tragico infortunio, avvenuto nell'area del quarto sporgente del porto in concessione all' Ilva, è avvenuto in una giornata funestata anche in altre parti d'Italia da gravissimi incidenti sul lavoro. Un agricoltore di 74 anni è morto schiacciato dal suo trattore mentre lavorava nel terreno di sua proprietà vicino all'eremo di Montepaolo, a Dovadola, sull'Appennino forlivese.


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Un 48enne di Nichelino, e morto precipitando nella tromba dell'ascensore di un palazzo a Torino durante lavori di manutenzione, mentre tre operai che stavano sistemando i piloni della strada delle Tre Valli Umbre, ad Arquata del Tronto, sono rimasti seriamente feriti precipitando da una piattaforma. E oggi si è appreso anche che sette persone sono state indagate dalla Procura di Padova per l'incidente alle Acciaierie Venete, dove la fuoriuscita di una colata di acciaio liquido aveva ustionato 4 operai, due dei quali gravemente. Con la morte di Angelo Fuggiano salgono a 8 i lavoratori morti all' Ilva di Taranto dal sequestro dell'area a caldo, avvenuto il 26 luglio del 2012 e, di questi, cinque sotto la gestione commissariale. 

La gru era ferma da due giorni, come ha poi spiegato l' Ilva che ha espresso il cordoglio nei confronti della famiglia dell'operaio ed ha annunciato una indagine interna. La reazione dei sindacati non si è fatta attendere ed è stato proclamato lo sciopero immediato fino a tutto il primo turno di domani. Nel pomeriggio sindacati, lavoratori, associazioni e comuni cittadini hanno protestato dinanzi alla Prefettura di Taranto per ribadire che «i problemi di sicurezza all'interno dello stabilimento sono dovuti anche alla mancanza di investimenti e ai ritardi nel risanamento degli impianti». Era presente il governatore Michele Emiliano, che ha proposto un'ispezione generale in azienda per fermare eventuali impianti a rischio. Le segreterie nazionali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti intanto hanno deciso per domani alle 17,30 il fermo contemporaneo in tutti i porti con suono delle sirene per 5 minuti perché «nelle aree portuali - affermano - si continuano a registrare vittime sul lavoro». Mentre la leader della Cgil Susanna Camusso, ha annunciato che con Cisl e Uil si sta pensando ad uno sciopero sulla sicurezza. Infine, l'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, ha auspicato che «il lutto dell'intera città s'imponga senza se e senza ma nel panorama nazionale, dove spesso la parola Ilva evoca solo una questione cocente, un dilemma politico, un punto di programma offuscando volti, storie, vite, generazioni intere di tarantini che, ai meri interessi di governo ed economici, oggi rivendicano rispetto».


 

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