Stalking, nuovi braccialetti
per “tracciare” i violenti

Stalking, nuovi braccialetti per “tracciare” i violenti
di Sara Menafra
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Martedì 15 Maggio 2018, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 15:51
ROMA La volante impiegata per controllare chi viola i domiciliari, i Daspo non rispettati o i casi di violenza su donne che avevano già denunciato il loro persecutore. Potrebbe essere la tecnologia a cancellare gli aspetti più laboriosi della gestione della sicurezza, portandoci verso una società più controllata e controllante, coi rischi sulla privacy che ogni passo in questa direzione comporta, ma probabilmente migliorando fin da subito vita di centinaia di detenuti che oggi non escono dal carcere nemmeno durante la custodia cautelare. 

COSTI PIÙ BASSI
Giovedì, nel corso del salone della Giustizia, Fastweb e ministero dell’Interno presenteranno al pubblico i nuovi braccialetti elettronici, frutto di una convenzione stipulata a dicembre ma che inizierà a funzionare dal mese di agosto. Se oggi i braccialetti sono in tutto duemila e hanno spesso problemi di funzionamento perché basati su un software risalente al 1999, i nuovi dispositivi elettronici saliranno di numero e possibilità di utilizzo. Con costi molto ridotti rispetto al passato, visto che in media l’attivazione di ciascuno costerà 200 euro. Massimo Mancini, Chief Enterprise Officer di Fastweb, spiega che i numeri potrebbero essere importanti: «L’accordo che abbiamo firmato ci consente di attivarne fino a 1000 al mese per 36 mesi. Dunque, in teoria, potremmo averne fino a 36mila, dipende da quante richieste arriveranno e per quale durata». 

LE VERIFICHE 
Tra i nuovi usi già implementati forse il più interessante è quello dedicato allo stalking. Su decisione del magistrato, ad essere monitorati potrebbero essere non solo l’indagato ma anche la vittima degli avvicinamenti non desiderati: il primo, tramite il braccialetto, viene monitorato e i suoi spostamenti tracciati, mentre l’altro (ma quasi sempre è un’“altra”) ha a sua volta un dispositivo portatile che rileva la presenza dell’aggressore e genera immediatamente un allarme, inviato al centro di monitoraggio, sia della questura sia dei tecnici di Fastweb chiamati a valutare se e quando possano prodursi degli errori. Quando scatta l’allarme, la centrale può contattare l’indagato, verificarne le intenzioni e provare a parlarci, mentre la vittima, tramite un bottone, può chiamare la centrale in qualunque momento: «Siamo particolarmente ottimisti - aggiunge Mancini - perché le statistiche di paesi che usano questo genere di tecnologia da anni, dicono che i numeri si sono fortemente ridotti nel corso del tempo. A Madrid, che la impiega dal 2009, i femminicidi sono calati del 33%, nell’intera Spagna quasi del 19%». E sempre in Spagna, nessuna delle vittime sottoposte a controllo elettronico è stata più oggetto di violenza. Visto che la tecnologia permette di tracciare sia le zone in cui un soggetto è obbligato a stare, sia quelle a cui non deve avvicinarsi, potrebbe essere usata oltre che nei domiciliari nel controllo degli obblighi o dei divieti di dimora. 

In prospettiva, anche il divieto di avvicinarsi allo stadio potrebbe essere controllato tramite braccialetto elettronico (anche se per ora il dispositivo sarà impiegato solo su ordine di un magistrato). Fastweb assicura che tutte le attuali normative relative alla privacy, conservazione dei dati inclusa, saranno rispettate. Di certo, la possibilità di attivare i braccialetti potrebbe rendere più facile concedere i domiciliari. 
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