Rifugiati, Ferrara (M5S): «Ecco la nostra riforma che mette d'accordo dem e popolari»

Le possibili convergenze in Europa
di Stefania Piras
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Aprile 2018, 23:09 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 15:12
Prove di asse a Bruxelles tra il M5S e il Pd, mentre a Roma si tenta il dialogo, tutto in salita, per la formazione di un governo insieme. Dalla Commissione Libertà Civili del Parlamento europeo è arrivato il via libera al testo che riforma il diritto d'asilo, che introduce, tra le altre cose, un tetto massimo di sei mesi per decidere sulle domande di protezione internazionale e non 18, come si arriva ad attendere in Italia.

Deputata Ferrara cosa cambia con il regolamento di oggi?

«È un risultato storico per il nostro Paese. Oggi in Italia i richiedenti asilo devono attendere in media fino a 18 mesi per avere una risposta. I tempi lunghi, l’incertezza, le difficoltà comunicative creano molte tensioni. A questo si aggiunge, come hanno dimostrato diverse inchieste della magistratura, l’infiltrazione della criminalità organizzata che ha lucrato sullo stato di emergenza trasformandolo in un vero e proprio affare. Con il limite massimo di 6 mesi abbiamo tagliato il cordone ombelicale che lega il business dell’immigrazione alla criminalità e al contempo garantiamo il pieno rispetto del diritto all’asilo ai bisognosi di protezione»

È stato condiviso in modo molto trasversale, anche dai dem di stanza a Bruxelles. È una convergenza importante su un tema importante. 

«Hanno votato a favore della nostra proposta europarlamentari del PPE, S&D, ALDE e Verdi. Abbiamo lavorato quasi due anni su questo dossier, sbaglia chi vede assi privilegiati con i partiti. La nostra bussola sono i cittadini e questo voto conferma che il lavoro del Movimento 5 Stelle è apprezzato in Europa»

Al termine dell'iter di approvazione il regolamento sarà direttamente applicabile negli Stati Membri e abrogherà  il Decreto Minniti che secondo voi aveva quali pregi e difetti?
«Il testo contrasta in modo più efficace rispetto al passato gli abusi del sistema, come le domande reiterate al solo scopo di restare sul nostro territorio da parte di chi questo diritto non ce l’ha.»

Zero sbarchi è  ancora il vostro slogan elettorale? Dove si può e si deve incidere?

«Zero sbarchi non è uno slogan ma un obiettivo preciso.
Si raggiunge con vie legali di accesso sicure e rafforzamento della cooperazione internazionale. I barconi che attraversano il mar Mediterraneo sono una vergogna mondiale a cui per troppo tempo non si è voluto dare una risposta forte e precisa
»

Un altro tema molto sentito è il ricollocamento gestito con gli altri paesi europei. 

«Dobbiamo archiviare in fretta gli errori del passato come il Regolamento di Dublino o l'Operazione Triton. Le prossime battaglie politiche saranno la lotta agli scafisti e ai trafficanti e il ricollocamento obbligatorio e automatico di tutti i migranti arrivati in Italia».

Il suo report propedeutico al regolamento che ha presentato rappresenta una proposta di dialogo con le altre forze politiche? 
«Il dialogo deve basarsi sempre sui temi, tutelando gli italiani da politiche europee che troppo spesso guardano a Berlino e ai Paesi del Nord. Il Movimento 5 Stelle è al Parlamento europeo per il cambiamento di questa Europa in modo che sia realmente un territorio comune fondato su cooperazione, solidarietà ed equa ripartizione delle responsabilità. L’approvazione di questo regolamento ne è la prova».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA