Russia, scatta il blocco di Telegram: non ha dato chiavi di accesso ai servizi segreti

Russia, scatta il blocco di Telegram: non ha dato chiavi di accesso ai servizi segreti
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Lunedì 16 Aprile 2018, 13:49 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 18:48
L'autorità per le telecomunicazioni russa (Roskomnadzor) ha iniziato le procedure per bloccare Telegram in conformità con la sentenza di venerdì scorso. Lo fa sapere l'autorità in una nota. Il Roskomnadzor ha dunque chiesto ai provider di telefonia di attuare il blocco inRussia e il suo direttore, Alexander Zharov, ha detto che presto chiederà ad Apple e Google di rimuovere l'app dai loro negozi online. Gli utenti segnalano già i primi disservizi. 

Venerrdì scorso una corte di Mosca aveva accolto la richiesta dell'autorità delle telecomunicazioni della Russia di bloccare l'accesso in Russia a Telegram per non aver fornito ai servizi di sicurezza (Fsb) le chiavi per decrittare i messaggi degli utenti. Telegram potrà ricorrere in appello ma il blocco, stando alla legislazione russa, è già esecutivo e sarà in vigore «fino a quando non saranno soddisfatte le richieste dell'Fsb», ha detto il giudice Yulia Smolina. 

È l'ultimo passaggio di una lunga contesa fra la popolare app messaggistica e le autorità russe, iniziata nel giugno del 2017 quando, per la prima volta, il Roskomnadzor chiese a Telegram di consegnare ai servizi segreti russi le chiavi per decrittare i messaggi fra gli utenti, pena il blocco del servizio. L'Fsb ha più volte detto che l'attentato alla metro di San Pietroburgo di aprile 2017 venne organizzato attraverso Telegram, circostanza che la compagnia ha sempre descritto come «strumentalizzazione».

Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, si oppose infatti all'ordine. Noto per aver lanciato VKontakte, il Facebook russo da cui è poi stato costretto a uscire a causa delle pressioni delle autorità, adesso vive all'estero. Così, nell'ottobre successivo, Telegram venne multato per 800mila rubli. Quindi il procedimento legale culminato nella sentenza della Corte Suprema dello scorso marzo, che ha ordinato alla compagnia di consegnare i codici all'Fsb una volta per tutte. Ma Telegram ha rifiutato sostenendo di ritenere suo dovere rispettare la privacy dei suoi clienti. Da qui la sentenza della corte e il blocco.

 
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