Fujifilm dice addio alle pellicole in bianco e nero: «Crollata la domanda»

Fujifilm dice addio alle pellicole in bianco e nero: «Crollata la domanda»
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Domenica 8 Aprile 2018, 21:34 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 14:42
La Fujifilm conferma le indiscrezioni che viaggiavano sulla rete da settimane, e annuncia di essere pronta a dire addio alla pellicola in bianco e nero. Dopo più di 80 anni di produzione per il rullino monocromatico, e in seguito all'avvento del colore, l'azienda nipponica si deve arrendere all'evoluzione della fotografia digitale: lo scatto versatile dello smartphone moderno, l'estensione dei filtri multiforme di Instagram; foto dai colori forti e brillanti a indicare l'esteriorità sgargiante, rispetto all'astrazione dalla realtà e l'intensa gradazione del grigio, peculiarità tipiche del bianco e nero, quella che ancora oggi viene definita essenzialmente 'una scelta artisticà. Lanciata nel 1936 dalla Fujifilm, la pellicola monocromatica diventò il prodotto di punta dell'azienda nipponica a cavallo degli anni '60. L'introduzione del colore, tuttavia, segnò l'inizio di una lenta decadenza con la domanda in calo fin del 20% negli anni recenti, prima della rivoluzione digitale.

Le ultime consegne di pellicole saranno evase nell'ottobre di quest'anno, informa la Fujifilm, e un anno dopo terminerà la produzione di carta per la fotografia in bianco e nero. «A causa della sua popolarità sarà un trauma difficile da gestire per i discepoli dello stile», avverte un blog specializzato per fotografi, che consiglia di iniziare ad accumulare quanto più stock possibile prima della scomparsa della merce dai negozi.
A dimostrazione che gli affari non fanno rima con sentimentalismi, nello stesso giorno dell'annuncio la società giapponese ha comunicato l'acquisizione di due aziende di ingegneria biomedica dalla Jxtg Holdings per l'equivalente di 650 milioni di euro, come parte del progetto di espansione nel settore della ricerca sanitaria. Fujifilm rileverà l'intero pacchetto azionario della californiana Irvine Scientific e la giapponese IS Japan, entrambe specializzate nella bio-farmaceutica e nella tecnologia della coltura cellulare. Fuji ha spiegato di aver cercato faticosamente di assorbire i costi relativi alla manifattura di pellicole tramite il miglioramento dell'efficienza produttiva, ma la dinamica delle vendite, meno dell'1% del fatturato totale della società, non rendeva l'attività sostenibile. E nel comunicato ufficiale il messaggio dell'azienda non lascia spazio a ripensamenti: «Sebbene possa apparire una scelta ingenerosa, confidiamo nella vostra comprensione».
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