«Il film risponde pienamente alle alte attese che vi avevo riposto e cioe’ che avrebbe consentito a Papa Francesco di parlare direttamente a ciascuno spettatore e a ciascun ascoltatore di tutti gli argomenti e di tutte le preoccupazioni che sono importanti per lui, quasi in un faccia a faccia. L’intenzione era che non fosse un film su di lui, ma con lui» ha detto Wenders. L’idea di coinvolgerlo è venuta al Prefetto della comunicazione, don Dario Viganò anche se resta top secret il compenso previsto, il costo dell'opera e come è stata finanziata.
Win Wenders ricorda così la partecipazione di Papa Francesco alle riprese: «Sono sempre rimasto molto colpito di come Francesco fosse aperto a ogni domanda e di come abbia sempre risposto in maniera diretta e spontanea. E dopo ciascuna delle quattro lunghe sessioni (di colloquio), si e’ preso il tempo per stringere la mano a tutti, senza fare differenza tra il produttore, il direttore, l’elettricista o l’assistente». Il regista ricorda come è iniziata questa incredibile avventura.
«Quando ho ricevuto la lettera con l’invito a venire in Vaticano per discutere della possibilità di girare un film sul Papa con monsignor Dario Vigano’, per prima cosa ho tirato un respiro profondo, poi sono andato a fare l giro del palazzo. Mi resi conto che un progetto di questo genere comportava una grandissima responsabilita’; comunque, un compito totalmente diverso da qualsiasi film avessi girato fino ad allora. Ma naturalmente sarei andato, per capire cosa avesse in mente don Dario. Venne fuori che mi offriva carta bianca, dandomi la possibilita’ di buttare giu’ un’idea e decidere io stesso come mi sarei immaginato il film. E che il Vaticano non avrebbe interferito, e che ci avrebbe aperto gli archivi. Ho detto di si’. Ovviamente. C’e’ voluto un po’ prima che la mia idea prendesse forma, che il finanziamento andasse a buon fine e per organizzare le prime riprese con Papa».
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