Pellegrinaggi sul cammino della Sacra famiglia, incontro tra il vescovo di Viterbo e quello copto ortodosso egiziano

Il vescovo Fumagalli con monsignor El Soryany e Benedetti
di Giorgio Renzetti
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Giovedì 8 Marzo 2018, 23:40 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 11:38
Nuovo passo verso la riapresa dei pellegrinaggi religiosi tra la Terra Santa e i luoghi del Cammino della Sacra famiglia, in programma per la prossima primavera.

Viterbo è di nuovo al centro dell'iniziativa congiunta tra autorità religiose cattoliche e quella cristiano ortodossa della Chiesa copta nordafricana. Ieri a Soriano nel Cimino si è tenuto l'incontro tra il vescovo di Viterbo, monsignor Lino Fumagalli, il vescovo Barnaba El Soryany, della diocesi copta ortodossa di San Giorgio, a Roma. Presente l'ambasciatore de Il Cairo, Isham Badr, nei mesi scorsi più volte nel capoluogo della Tuscia.

A fare gli onori di casa, come tessitore dei rapporti tra i principali attori del progetto, l'ingegner Eugenio Benedetti, pronipote del fondatore dell'ospedale italiano nella capitale egiziana e alla guida della Società italiana di beneficenza, con sede anche nella capitale nordafricana. L'incontro, a cui hanno preso parte anche il vicario del vescovo don Luigi Fabbri e i rappresentanti della Fondazione Caffeina, costituisce il secondo step nella messa a punto del pellegrinaggio tra Betlemme e Il Cairo.

Lo scorso febbraio, infatti, una missione esplorativa in Egitto ha visto impegnata la diocesi di Viterbo - unitamente ai dirigenti dell'Unitalsi (Unione nazionale trasporto ammalati a Lourdes e santuariinternazionali), che ha visionati alcuni dei luoghi che hanno visto - oltre duemila anni fa - Giuseppe e Maria, con il piccolo Gesù, affrontare la fuga da Erode lungo il deserto e fino al Nilo. Sono questi i luoghi, in gran parte sede di chiese e monasteri dei cristiani copti in Egitto, in cui a primavera sarà inaugurato il primo viaggio di pellegrini viterbesi. Alla testa del quale sarà lo stesso vescovo Fumagalli.

«Un progetto che ci vede al fianco dei nostri fratelli copti egiziani - ha sottolineato ieri monsignor Fumagalli - con i quali abbiamo molte più cose in comune di quante ci dividano. Dalla stessa fede ai riferimenti teologici, dalla condivisione di questi luoghi di culto che rappresentano, in fondo, le nostre radici di fratellanza». Parole ricambiate dal vescovo El Soryany, in Italia dal 1988, uno dei due alti pastori dei circa 25mila copti egiziani che vivono in Italia, principalmente a Milano, Torino e Roma. «Siamo onorati di poter contribuire alla ripresa dei pellegrinaggi nei luoghi della Sacra famiglia - ha detto - proprio per rimarcare il grande rapporto di amicizia tra italiani ed egiziani».

All'ambasciatore Badr, che su specifiche direttive del governo egiziano sta curando i dettagli del viaggio, sono stati rimarcati ieri gli aspetti prioritari della missione in preparazione. A cominciare da quelli tecnico-logistici, così come quelli legati alla sicurezza dei luoghi che si andrà a visitare (specificatamente, nell'attraversamento di alcuni tratti del Sinai). «E' un aspetto su cui stiamo mettendo particolare attenzione, perché siamo profondamente impegnati nel portare a termine una operazione che segna un punto di incontro tra tutte le religioni, non solo quella cristiana, ma soprattutto tra i due popoli italiano ed egiziano». 
  
Non secondario per importanza, nell'incontro a Soriano sono stati approfonditi gli aspetti della mostra di reperti dell'antico Egitto e una di icone copte, in calendario per la fine di giugno 2018 al palazzo dei Papi di Viterbo. Una mostra dal respiro internazionale, che la Sib (societа filantropica) della famiglia Benedetti sta mettendo a punto, con la Fondazione Caffeina e con le autorità ministeriali egiziane.
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