Guinea, liberati due italiani detenuti dal 2015: domani arriveranno a Fiumicino

Guinea, liberati due italiani detenuti dal 2015: domani arriveranno a Fiumicino
di Michela Allegri
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Giovedì 8 Marzo 2018, 13:47 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 11:26
»Erano in carcere dalla primavera del 2015, in due Guinea Equatoriale. Ora, Fabio e Filippo Galassi, padre e figlio, sono stati liberati e sono in viaggio verso l'Italia. Domani arriveranno all'aeroporto di Fiumicino. «Fabio e Filippo Galassi sono appena usciti dal carcere. Ringrazio il Governo della Guinea Equatoriale per il gesto umanitario. Ora li aspettiamo sani e salvi in Italia», scrive in un tweet il ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Angelino Alfano, sull'account ufficiale della Farnesina. Padre e figlio, di 63 e 25 anni, scontavano una pena per reati fiscali ed erano al centro di una controversa vicenda giudiziaria. Fabio era stato condannato a 33 anni, mentre Filippo a 21. «Ringrazio Luigi Vignali, responsabile dell'unità di crisi della Farnesina, per quello che ha potuto fare. Per noi è una grande vittoria, in Guinea hanno ottenuto l'indulto e ora stanno tornando a casa», dichiara l'avvocato Massimiliano Sammarco, dello studio legale Benigni&K, che dal 2017 segue la vicenda dei Galassi.

I Galassi si trasferiscono nel 2010 nel paese centroafricano, governato dal 1979 da Teodoro Obiang. In Guinea, lavorano come dipendenti della società "General Work". Nella primavera del 2015 vengono arrestati con l’accusa di voler fuggire dal paese con soldi sottratti all'azienda e al governo. In realtà, Fabio ha dei documenti che lo scagionano. Padre è figlio trascorrono due mesi nel carcere di Bata. Nel gennaio 2016 vengono condannati dalla Corte suprema guineana per reati fiscali, riciclaggio e bancarotta fraudolenta. Contestazioni simili erano mosse anche a un loro collega, che ha lavorato come responsabile delle risorse umane per la General Work dal febbraio 2012 al marzo 2015. Il 24 giugno 2015 anche lui era stato arrestato dalla polizia guineana, poi era stato totalmente scagionato. «La polizia li considera responsabili della crisi dell'azienda, ma nè Fabio nè Filippo erano nel consiglio di amministrazione della General Work», ha dichiarato.

 
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