In teoria, seguendo il motto che “uno vale uno”, il M5S potrebbe non avere problemi a proporre nomi alternativi. L’impressione è però diversa e che, almeno per ora, si tratti di un “prendere o lasciare” dell’intero pacchetto con il quale il Movimento ha avuto successo alle ultime elezioni, ma non le ha vinte al punto da poter governare da solo. Quindi il Pd, o chi per esso, dovrebbe accettare Di Maio a palazzo Chigi, i sette-otto ministri già presentati al Quirinale e il programma di governo per intero e neppure nella soluzione light dei dieci punti proposta ieri l’altro e poi ritirata.
Complicato, forse, perché il Pd ha straperso ma rimane il secondo partito del Paese e perchè la Lega, altro partito che riceve e manda segnali ai pentastellati, ha anch’essa ottenuto un buon risultato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA