San Gemini, Grimani eletto in Senato all'ultimo tuffo: «Una montagna da scalare, resto anche sindaco»

Il sindaco di San Gemini, Leonardo Grimani, neo senatore Pd
di Vincenzo Carducci
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Martedì 6 Marzo 2018, 13:26
SAN GEMINI (Tr) - «Per come sono abituato, vorrei vedere il "pezzo di carta" però sì mi puoi chiamare senatore». Sorriso e voce squillante dopo due notti insonni per il sindaco di San Gemini, Leonardo Grimani, che all'ultimo tuffo è riuscito a staccare il biglietto che porta dritti dritti a Palazzo Madama. L'ufficialità è arrivata nella tarda serata di lunedì quando alla fine dei conti è scattato il secondo senatore per il Pd da pescare nel listino proporzionale del collegio Umbria 2. Un risultato ottenuto grazie al flop della lista “+Europa” che in Umbria non è riuscita a raggiungere la soglia del 3% facendo quindi sommare, per i meccanismi del Rosatellum, i consensi presi a quelli del Pd che così per circa 600 voti ha avuto un resto più alto rispetto a quello del M5S. In questo modo è scattato  il secondo senatore per i Dem nel listino plurinominale ma visto che il capolista Matteo Renzi, vittorioso nel collegio uninominale, ha già scelto di andare a fare il senatore di Firenze,  oltre a Nadia Ginetti entra appunto il terzo della lista, Grimani. «Un enorme gioia dal punto di vista personale - commenta - anche se la prima sensazione che ho avuto quando c'è stata la certezza dell'elezione è stata quella di dover scalare una montagna per la quantità di problematiche da affrontare e per il livello della sconfitta del Pd. Dovrò dimostrare di essere all'altezza dell'incarico che mi è stato affidato e spero che siano i fatti a parlare per me». 

SAN GEMINI UBER ALLES Un risultato insperato per il Pd, vista la debacle che questa volta nemmeno in Umbria è riuscito a contenere, e tantomeno per San Gemini che fino alla notte prima aveva comunque cullato l’idea di avere un “suo” rappresentante in Parlamento. Ovvero l’ex ministro Cesare Damiano, candidato all’uninominale della Camera, legato da anni per motivi sentimentali alla città della Giostra dell’Arme e che di questo suo radicamento aveva fatto il vanto per non essere considerato un “catapultato”. Con la contestuale candidatura del sindaco, i noti problemi di Terni e le esclusioni eccellenti nelle liste del Pd, la piccola San Gemini era diventata dunque il “centro di gravità permanente” della partita elettorale. Da una parte Grimani, renziano doc e amico del sottosegretario Lotti la cui foto campeggia anche sul suo profilo Facebook, dall’altra l’ex ministro esponente della minoranza. Ma domenica notte il paese se n’è andato a dormire deluso dal tracollo del Pd e di Damiano, salvo poi veder riaccendere inaspettatamente la speranza lunedì pomeriggio. «Per certi versi è paradossale che ce l’abbia fatta io e non Damiano», dice il sindaco ammettendo che anche a San Gemini il risultato del Pd “seppure migliore del nazionale non è stato brillante”, circa il 25%.

«RESTO SINDACO» Sindaco da due mandati, 46 anni, perito elettronico, Grimani è intenzionato a rimanere anche alla guida del Comune. «La legge me lo consente, manca solo un anno alla fine del mandato e con i collaboratori giusti penso che si possa comunque svolgere un buon lavoro per la nostra comunità», dice il primo cittadino-senatore che soltanto qualche settimana fa ha dovuto incassare le dimissioni dell'ormai ex assessore ai Lavori pubblici, Francescangeli, che hanno seguito quelle - a giugno scorso - dell'ex vicesindaco di Sinistra italiana, Mimma Trotti. «Dimissioni per me molto amare - afferma - ma per il momento andiamo avanti così, ho trattenuto per me le deleghe e lo farò almeno fino all'estate poi vedremo».

I PARLAMENTARI "MIRACOLATI" Leonardo Grimani allunga la lista di parlamentari umbri “miracolati” dal gioco dei resti dopo il narnese Gino Capotosti (Udeur) nel 2006 e l'orvietano Carlo Trappolino (Pd) nel 2008.   
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