Roma, quando il giornalismo sposa l’impresa

Roma, quando il giornalismo sposa l’impresa
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Domenica 4 Marzo 2018, 12:40
Continua ad approfondirsi la crisi della professione giornalistica tradizionale, con la crescita intensa del lavoro autonomo: con 8 lavoratori su dieci (l’82.7%) che dichiarano redditi inferiori a 10.000 euro all’anno, secondo il rapporto sulla professione giornalistica in Italia. 

Se dunque l’industria dell’informazione non pare allo stato attuale aver ritrovato la luce, gli sbocchi professionali sono di conseguenza estremamente ridotti, se non nulli, con tagli occupazionali che purtroppo proseguiranno anche nel 2018, questo non significa che la professione giornalistica non abbia un futuro, anzi. 
L’evoluzione continua che ha interessato il settore della comunicazione negli ultimi anni e la grande rivoluzione avvenuta nel panorama dei media si è caratterizzata anche per l’esplosione di branded content e più in generale di quello che viene raccolto nella definizione di brand journalism. 

Di brand journalism si parla ormai da parecchi anni come un fenomeno che da un lato conferma la progressiva disintermediazione in atto e dall’altro lato come conseguenza formale e sostanziale del mutamento dell’atteggiamento del consumatore nei confronti del messaggio pubblicitario tradizionale. Il passaggio da brand a media e del brand journalism fa diventare i brand editori di se stessi, generando contenuti esclusivi e adattando il loro storytelling all’interattività della rete e dei social media, cambia il modo di comunicare, di relazionarsi con le persone, tra impresa e pubblico. Modalità adottata ormai da molte imprese, sia a livello internazionale che nel nostro Paese, che si inserisce in una più ampia strategia di content marketing. 

Se le opportunità esistono non vi è dubbio che la prima competenza, irrinunciabile, del brand journalist è che sia un giornalista, perché è quello che deve fare, però per natura e obiettivi il brand journalism è sensibilmente diverso da quello del giornalismo tradizionale con attenzione ad aspetti quali le strategie aziendali e il marketing, che poco o nulla hanno a che vedere con il giornalismo in senso stretto. Ecco che allora sono richieste conoscenze e competenze diverse che integrino ed affinino quelle classica del giornalismo. Competenze che molto spesso chi è giornalista non possiede o comunque possiede solo in minima parte.

Da questa area di bisogno nasce l’idea di DataMediaHub, in collaborazione con Associazione Stampa Romana di un master in giornalismi & comunicazione corporate: “Dal Brand Journalism alle Digital PR, quando il Giornalismo Sposa l’Impresa”. Con un corpo docenti di standing elevato con anni di esperienza alle spalle, e testimonianze di autorevoli esperti del mondo della comunicazione e del giornalismo, il programma del master unisce visione strategica a operatività come percorso post-experience rivolto in particolare a manager, imprenditori, consulenti e giornalisti che vogliono progettare una brand experience grazie ai mezzi ed agli strumenti offerti dal digitale. Un’opportunità di aggiornamento e riqualificazione professionale che grazie alla formula weekend rappresenta la soluzione ideale per coloro che devono conciliare l’esigenza di aggiornamento con lo svolgimento della propria attività lavorativa.
(http://www.datamediahub.it/master-giornalismi-comunicazione-corporate/#axzz55gMPF3p5)
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