Viminale, cresce il numero delle persone scomparse: in un anno +21%, sono 53mila dal 1974

Viminale, cresce il numero delle persone scomparse: in un anno +21%, sono 53mila dal 1974
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Martedì 13 Febbraio 2018, 16:12 - Ultimo aggiornamento: 19:22
Le persone scomparse in Italia sono aumentate del 21 per cento in un anno, rispetto al 31 dicembre 2016. In forte aumento il dato di uomini, donne e minori di cui si sono perse le tracce: sono 52.990 dal 1974 al 31 dicembre 2017 (9.380 italiani e 43.610 stranieri). Sono i numeri dell'ultima relazione del commissario straordinario del governo per le persone scomparse, presentata oggi al Viminale dal prefetto Vittorio Piscitelli e dal sottosegretario all'Interno, Domenico Manzione. «Si tratta - ha spiegato Manzione - di un dato strutturale ed in continua crescita, in parte legato ai significativi aumenti dei flussi migratori, con persone per le quali l'Italia non è la destinazione finale e quindi si perdono per strada». E la grande maggioranza degli scomparsi sono infatti minori stranieri (38.049) che, una volta identificati, fanno perdere le proprie tracce, allontanandosi dalle strutture di accoglienza. La relazione fa registrare anche un aumento delle denunce di scomparsa, che sono 211.219 (22.109 rispetto al 31 dicembre 2016) e di persone rintracciate (158.229).

Tra gli scomparsi gli uomini sono 40.751 e le donne 12.225.
La Sicilia è la regione dove il fenomeno è più frequente (14.238 casi), seguita da Lazio (7.970), Lombardia (5.890), Campania (4.506) e Puglia (3.932). La relazione riporta anche il censimento di cadaveri non identificati presenti in obitori ed istituti di medicina legale (863 corpi al 31 dicembre 2017) e quello dei cadaveri di migranti recuperati in mare (1.637). «L'ultimo dato relativo al gennaio scorso - spiega il prefetto Piscitelli - indica che ci sono altri 562 scomparsi. Non c'è tregua neanche in inverno; prima i picchi si registravano in estate con gli sbarchi più frequenti». Il commissario segnala come «dietro queste cifre ci siano delle persone» e, vista la consistenza del fenomeno, «è ormai improcrastinabile la revisione dell'assetto organizzativo della struttura di supporto al Commissario. L'organico, di sole sette unità, non può più essere considerato sufficiente, data l'enorme mole di lavoro che l'ufficio deve gestire (circa 15mila fascicoli)».
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