Sfilate mania: tutto quello che succede ad un fashion show e nessuno vi racconta

Sfilate mania: tutto quello che succede ad un fashion show e nessuno vi racconta
di Laura Bolasco
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Lunedì 12 Febbraio 2018, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 11:14
Con la magia di Altaroma ancora negli occhi, la vita di giornalisti, buyer e fashion blogger vari sembrava quasi essere tornata alla normalità. Non abbiamo fatto in tempo però a pronunciare le parole “fashion week” che New York già deteneva nuovamente l’hashtag più condiviso nelle stories di Instagram. E’ iniziato giovedì il mese più modaiolo dell’anno in cui influencer provenienti da ogni dove sembrano aver preso letteralmente d’assalto la Grande Mela e, decisi a destinare la stessa sorte anche a Londra, Milano e Parigi, ci invadono bacheche di questo e quell’altro outfit felicemente commissionatogli dal brand in questione. E se quello che vediamo tramite gli scatti condivisi sui social ci regala una finestra interessante su ciò che sembra essere il mondo visto dal lato passerella, quello che realmente accade quando si assiste alle tanto ambite sfilate di moda ve lo possiamo spifferare noi.
 
Una regola su tutte. Un fashion show non inizia mai nell’orario descritto sull’invito. E non è una questione di ritardo, è una questione di mondanità: nessuno che conti davvero avrebbe mai anche solo l’ardito pensiero di presentarsi puntuale. Come per magia però, grazie ad alcuni rarissimi allineamenti astrali, tutti riescono ad essere presenti con la tempistica giusta per scambiare quattro chiacchiere con i propri simili, farsi fotografare, intervistare e adulare quanto basta che ne valga la venuta.
 
Succede così, tutto si esaurisce in una manciata di secondi. Non importa che tu sia al bagno o dalla parte opposta della sala, quando si spengono le luci è il segnale: ognuno al proprio posto di combattimento.
Fuori fa freddo ma la sala è interna, gremita di persone. Eppure basta uno sguardo alla platea astante per rendersi conto di una cosa: nessuno si leva la giacca. La Chanel è ben posizionata a terra tra le gambe  e la pelliccia resta ben salda sulle spalle persino dell’ultimo blogger approdato sulla rete. Il perchè? Gli studiosi ci stanno lavorando.
 
Siamo sinceri. Se la sfilata è il motivo per cui si partecipa ad un fashion show, il settore ospiti è il motivo numero due. Celebrità più o meno famose che si sfidano a colpi di selfie, copricapi ed accessori che metterebbero in ombra persino Elton John, carrellate di magnum dalle quali anche Ben Stiller avrebbe da imparare. Dall’altra parte la fazione stampa appare seria e decisamente più sobria, quasi annoiata dalla mole di lavoro e glitter di cui verrà a breve investita. Qualcuno, oltre alla giacca, non fa in tempo a togliere gli occhiali da sole, gli smartphone sono in borsa in segno di protesta. Almeno fino ad inizio show, quando gli schermi illuminano la passerella che neanche l’Olimpico quando canta Ligabue.
 
Ed eccoci giunti al termine. Tutto prosegue secondo copione: le modelle sfilano insieme per il gran finale, il designer saluta timidamente i suoi ospiti, la canzone non è ancora terminata… e tutti sono già in piedi come su un volo Ryanair con il segnale delle cinture ancora acceso. Si alzano, si salutano tra loro frettolosamente: chi corre in sala stampa per la conferenza, chi ha in calendario la prossima sfilata tra mezz’ora, chi sgomita all’ingresso del backstage per salutare le amiche top model. Poi una voce al telefono, dal tono sembra essere importante: “Sì, anche questa è finita. Mamma arrivo, butta la pasta”.
 
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