Da Gucci a Armani, le griffe si ritrovano in cucina: ecco tutti i ristoranti "firmati"

Da Gucci a Armani, le griffe si ritrovano in cucina: ecco tutti i ristoranti "firmati"
di Alessandra Iannello
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Venerdì 2 Febbraio 2018, 12:52 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 12:06
Il food è trendy e così la moda entra nei ristoranti. Da Armani a Zegna, da Gucci a Dsquared 2 le griffe del fashion, non solo diventano ristoratori, ma conquistano le agognate stelle.

Come è successo al Trussardi La Scala che, grazie allo chef Roberto Conti, ha guadagnato la sua prima Stella Michelin. Tre anni di lavoro il cui obiettivo era “mettere al centro la cucina”, fatta di materie prime di eccellenza e di piatti della tradizione eseguiti con tecniche innovative e raffinata lavorazione, hanno portato Conti e la sua brigata giovani chef (l’età in cucina oscilla fra i 25 e i 35 anni) nel firmamento stellato della cucina. Oltre al ristorante, il Gruppo ha, nel building di Piazza della Scala a Milano un Café che condivide gli spazi con quelli del flagship store Trussardi, creando un unico ambiente di 400 metri quadrati.

A meno di un mese dall’apertura la Gucci Osteria di Firenze è già uno dei locali cool del capoluogo toscano. Al piano terra del palazzo della Mercanzia, ristrutturato su progetto del direttore creativo del brand Alessandro Michele, c’è il Gucci Garden che ospita l’archivio della maison fiorentina, lo spazio museale, la boutique, e appunto il ristorante da 35 coperti. L’Osteria è opera di Massimo Bottura (chef 3 stelle dell’Osteria Francescana di Modena ma anche ai vertice delle classifiche San Pellegrino, Espresso) che ha messo a punto il menù “Vieni nel mondo con noi” diviso in piatti, contorni, dolci è ispirato dai viaggi dello Chef ma basato sulla gastronomia italiana. Dopo aver avviato la cucina Bottura è tornato a Modena, lasciando il timone della cucina ad  Ana Karime Lopez Kondo, chef colombiana del Central di Lima.

A Bologna il Gruppo Armani ha aperto un nuovo Emporio Armani Caffè e Ristorante, situato all’interno della storica Galleria Cavour. Il concept, ideato personalmente dallo stilista, si sviluppa su una superficie complessiva di 300 metri quadrati e comprende una zona Caffè, una zona Ristorante con 42 coperti e un dehors da 25 posti. L'offerta del cibo prevede menù differenti per il lunch e per la cena, accomunati dalla filosofia che caratterizza gli altri ristoranti targati Armani, ovvero piatti italiani, semplici e classici, realizzati prestando attenzione alla qualità delle materie prime. Alle proposte del pranzo si aggiunge la sera una vera e propria esperienza culinaria, che include i classici del territorio come tagliatelle e tortellini e i classici milanesi come risotto e cotoletta.

Dopo un periodo di restyling ha riaperto, poco prima di Natale, il ristorante The Stage all’ultimo piano dell’omonimo multi-experience store di Replay. Il ristorante è al primo piano del palazzo e si può raggiungere attraverso un enorme scalone industriale direttamente dal negozio, oppure dall'esterno negli orari di chiusura. Ideatore del nuovo format Martino de Rosa, con la società atCarmen. In cucina lo chef Fabrizio Albini, mentre il barman è Francesco Cione, miglior bartender d’Italia 2015 per la Diageo Reserve World Class. Il menù punta sul concetto di sharing, ovvero ogni piatto è sia in versione singola sia in versione condivisibile, servito al centro del tavolo affinché tutti si possano servire direttamente. Per il dopo cena c’è il Bar Octavius all’ultimo piano dello store, che apre già per l’aperitivo con una vista su piazza Gae Aulenti e sullo skyline del nuovo quartiere di Porta Nuova.

Frutto di un’altra ristrutturazione è Il Bucaneve di Bielmonte (Biella), proprietà della famiglia Zegna. I locali del ristorante e del bistrot sono rimasti immutati come li progettò, a cavallo fra gli anni ’50 e ’60, l’architetto Luigi Vietti. In cucina invece tutto è cambiato. A guidare la brigata lo chef Giacomo Gallina, allievo prediletto di Gualtiero Marchesi che, tornato nella sua Valle (abita nel versante della montagna antistante al Bucaneve) da Dubai per seguire il progetto di riqualificazione del ristorante degli Zegna, ha improntato il menù sui prodotti a “sguardo 0”. Infatti nelle proposte si ritrovano i prodotti dei territori che si possono scorgere facendo spaziare la vista a 360 gradi dalla Valsessera alla Serra Morenica, dalla Valle d’Aosta alla Pianura Padana fino all’Appennino Ligure e il mare.

Ci sono voluti due anni di studio a Niko Romito, 3 stelle Michelin con il suo Ristorante Reale in Abruzzo, per mettere a punto il menù dei Bulgari Hotels & Resorts di Pechino, Dubai e Shanghai aperti lo scorso autunno. Per Bulgari Romito ha realizzato un nuovo concept che, pur mantenendo intatta la filosofia di una proposta improntata alla semplicità, alla sintesi e alla ricerca ha dato vita a un vero e proprio “codice” della cucina italiana contemporanea, esprimendo al massimo livello la cultura, l’eleganza e lo spirito del made in Italy.

Al di là delle novità, anche altre griffe arricchiscono il loro portafoglio offerte con un locale. I fratelli Dean e Dan Caten, fondatori di Dsquared2, hanno affidato la gestione del loro Ceresio 7 (il nome è l’indirizzo del building milanese che ospita il locale dotato di piscina) a una squadra composta di professionisti che per molti anni hanno collaborato insieme al Bulgari Hotel: lo chef Elio Sironi, i “padroni di casa” Marco Civitelli, Edoardo Grassi e Luca Pardini, gran “maestro” barman.

Dolce e Gabbana, fedeli all’anima siciliana che contraddistingue ogni loro creazione, hanno realizzato il Martini Bistrot. Nel centro di Milano, seduti fra velluti, lampassi e legni dorati si possono assaporare, dall’aperitivo al dopocena, i gusti tipici del Mediterraneo.
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