«Non vedo che aprire e chiudere negozi». Centro storico, il monito del vescovo alla riapertura della Confcommercio

Il vescovo Lino Fumagalli all'inaugurazione della sede Confcommercio a Viterbo
di Renato Vigna
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Giovedì 1 Febbraio 2018, 11:36
"Da quando sono a Viterbo, soprattutto nel centro storico, non vedo che aprire e chiudere i negozi nel giro di pochi mesi. La via che percorro quotidianamente mi impressiona per la velocità con cui cambiano gli esercizi commerciali, anche sei o sette diversi nello stesso locale". Centro commerciale del Murialdo, primo pomeriggio di martedì: il vescovo Lino Fumagalli è nella nuova sede della Confcommercio che riapre dopo 4 anni per benedirla. Ma chi si aspettava una dichiarazione di circostanza si è sbagliato di grosso: lui è uno che parla chiaro. Appena tagliato il nastro, tocca lui parlare: "L'auspicio, ma anche la richiesta  che faccio alla Confcommercio è che studi il territorio per capire quali sono le domande concrete così che chi apre un'attività lo faccia rispondendo a quelle".

Nel pieno della campagna elettorale il messaggio lanciato da monsignor Fumagalli è anche un monito per la classe politica che si candida a governare il Paese e il Lazio (e tra qualche mese anche Viterbo). "La gente – dice - ha impressione che dei loro problemi non interessi niente. Nella continua apertura e chiusura di negozi vedo la gioia dei giovani che pensano di aver trovato una sistemazione e la tristezza genitori e anche la loro quando realizzano che non ci sono riusciti. È il lavoro che affligge le nuove generazioni non tanto per l'aspetto materiale, visto che ancora ci sono le famiglie alle spalle che possono dare una mano, ma soprattutto per la programmazione del futuro. Rischiamo – ha rincarato la dose – famiglie che non si formano perché non ce la fanno e generazioni incattivite non tanto perché non hanno sogni quanto perché non possono realizzarli".

Ed è allora che, nel giorno in cui Giuseppe Fioroni presenta la sua candidatura alla Camera dei deputati, anzi pressoché in contemporanea, pure senza nominarlo il vescovo torna sulla polemica esplosa poche settimane fa dopo che non aveva benedetto la sede del Pd cittadino. "Vengono a chiudermi presentazioni e mi denunciano – ricorda - se non le faccio. Io invece sono qui perché parliamo di lavoro e perché il compito del vescovo è fare il bene della comunità". Al taglio del nastro, oltre al presidente della Confcommercio Lazio Nord (Viterbo e Rieti) Leonardo Tosti, anche quello nazionale Carlo Sangalli che, proprio sui centri storici, ha ribadito massima attenzione: "Siamo per il pluralismo distributivo: pensare al piccolo non significa pensare in piccolo ma costruire una piattaforma di regole che consenta a qualsiasi impresa di crescere". 
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