Biotestamento in vigore: ecco tutte le nuove regole

Biotestamento in vigore: ecco tutte le nuove regole
di Alessandra Camilletti
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Giovedì 1 Febbraio 2018, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 11:20
ROMA Da ieri il testamento biologico ha valore di legge. Da ieri è in vigore il cosiddetto fine vita. Ciascun italiano può predisporre e depositare la propria dichiarazione anticipata di trattamento e indicare già ora, quindi, le terapie sanitarie da ricevere o da rifiutare, nel caso in cui non si possa più farlo direttamente un domani. Pur in presenza di vuoto normativo, e quindi in maniera simbolica, negli anni circa 200 Comuni si sono dotati di un registro, spesso in collaborazione con l'Ordine dei notai.

Anzi, di fronte alla mancanza di una banca dati nazionale delle Dat (sono previsti registri regionali, ma ci sono 2 milioni nella legge di bilancio 2018 per la costituzione), il Notariato annuncia di aver «quasi ultimato» un Registro nazionale consultabile dalle aziende sanitarie. Altrimenti, le volontà potrebbero non essere note in un ricovero fuori regione. Non solo entra in vigore il biotestamento, «ma ciascun paziente ha il diritto di interrompere qualsiasi tipo di terapia, inclusa l'alimentazione e l'idratazione forzata, e senza soffrire», sottolinea Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni.

I NUMERI
Alla Dat si può arrivare con atto pubblico notarile, scrittura privata autenticata dal notaio, scrittura privata semplice consegnata al Comune dotato di registro. All'Associazione sono già depositati 15mila Dat. Tra chi lo ha fatto negli anni e chi si è attivato ieri, su 8mila Comuni italiani sono 253 ad avere i registri, per un bacino di 12 milioni di cittadini. Una cinquantina quelli che si sono attivati nell'ultimo mese, dall'approvazione della legge di metà dicembre. Numerosi Comuni attendono una circolare esplicativa. Diversi sono al lavoro. Il registro di Torino, dal marzo 2011, ha raccolto 837 dichiarazioni, 47 nel 2017. Dal varo della legge 219, sulla Gazzetta Ufficiale il 16 gennaio, sono aumentate le richieste di informazioni. Ieri, il Comune di Firenze ha fissato un nuovo appuntamento, ma il registro opera dal 2010. In Emilia Romagna sono attivi oltre 40 registri, in Toscana 30, in Lombardia 17. Il Friuli ha un registro unico. A Napoli, dal 2014 sono arrivate 22 Dat. Milano ha aperto ieri il suo sportello. A Roma - cita il sito dell'Associazione Coscioni - nel 2014 il registro è stato approvato, si attende l'attivazione.

Cosa possono fare i cittadini? A monte, acquisire informazioni sulle conseguenze delle proprie scelte, con il proprio medico. Il Notariato ha pubblicato un vademecum sul proprio sito. «Sul sito dell'Associazione Luca Coscioni è possibile anche scaricare il modello, che segue ciò che è previsto dalla legge», spiega il segretario nazionale, avvocato Filomena Gallo. «Si può compilare il modulo, andare nel Comune di residenza o da un notaio e far autenticare la firma o consultare il proprio medico. Se nel Comune il registro c'è, la dichiarazione viene depositata. Se non c'è, la persona deve chiedere l'accettazione da parte del fiduciario indicato nella Dat e informare il proprio medico, che inserirà i dati nella scheda dell'assistito. Fino a quando non saranno in rete tutte le informazioni (e cita le cartelle sanitarie elettroniche non ovunque attive, ndr), io consiglio di tenere una fotocopia della Dat con il documento di identità».

I RUOLI
«I Comuni - prosegue Gallo - hanno la possibilità di istituire il registro, ma non l'obbligo. Ministero della Salute e Regioni, dice la legge, devono fare campagne informative. La legge non parla di obiezione di coscienza dei medici. Vigileremo sulla legge». L'atto non sconta imposta né tassa o diritto. Nel caso di impossibilità di firma, si può girare un video. In qualsiasi momento si può revocare o modificare la dichiarazione, anche nell'indicazione del fiduciario.
 
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