Roma, il piano del liceo Massimo: «Contro le molestie telecamere in classe»

Roma, il piano del liceo Massimo: «Contro le molestie telecamere in classe»
di Camilla Mozzetti
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Sabato 20 Gennaio 2018, 00:22 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 07:58

Occhi elettronici da posizionare nelle classi e soprattutto nelle aule in cui si svolgono i corsi di ripetizione, collegati a un sistema centrale di vigilanza (già esistente) per scongiurare altri episodi analoghi agli atti sessuali consumati da un professore e da una studentessa in quello che dovrebbe essere soltanto luogo d’istruzione. Il Massimiliano Massimo – l’istituto scolastico tra i più noti di Roma, finito nello scandalo dopo l’arresto di Massimo De Angelis (nella foto tonda), docente di Lettere, che per mesi ha consumato proprio dentro le aule della scuola atti sessuali con un’alunna minorenne –, ragiona adesso sui provvedimenti da adottare per garantire una più stringente sicurezza, senza escludere l’uso di videocamere in classe. «Ci stiamo pensando – spiega il Rettore, padre Giovanni La Manna – È una decisione che l’istituto non può prendere in autonomia ma deve discuterne con il cda e la confraternita (la Compagnia di Gesù ndr)». 

E forse questa ipotesi sarà oggi anche argomento di discussione con le famiglie in occasione dell’Open day, la “finestra” aperta al pubblico per presentare le attività didattiche e formative della scuola in vista delle iscrizioni al prossimo anno. Un appuntamento delicato, soprattutto dopo quanto accaduto. Il Massimo ha sospeso il professore e si è detto pronto a costituirsi parte civile in un futuro processo ma gli animi dei ragazzi e soprattutto dei nuovi studenti sono in subbuglio. «L’Open day – prosegue Padre La Manna – si svolge senza problemi, secondo quanto stabilito in precedenza». Gli alunni, tuttavia, sono ancora sotto choc e con loro le famiglie. Anche le nuove, quelle che nei giorni scorsi si sono recate a scuola per prendere informazioni. 
«L’istituto e tutti gli insegnanti finora hanno mostrato un grande supporto e vicinanza, soprattutto nei confronti della studentessa coinvolta nello scandalo – racconta una mamma che preferisce restare anonima – però ci sentiremmo ancor più tutelati se fossero adottati ora dei provvedimenti a difesa dei nostri figli». La scuola conta già su un sistema rodato di vigilanza: controlli agli ingressi e all’uscita e verifiche tra i corridoi con telecamere posizionate in angoli strategici ma soltanto di passaggio. 

LE VIDEOCAMERE
L’idea, dunque, è quella di estendere la videosorveglianza anche alle classi. «Tutte le aule hanno porte con oblò e riquadri in vetro per permettere una visione dall’esterno di quello che succede così come le classi dove si tengono i corsi pomeridiani o quelli di ripetizione sono schermate da vetri misti: opacizzati e trasparenti», ha ricordato qualche giorno fa a Il Messaggero, il Rettore dell’istituto. «Ma evidentemente – replica la madre di uno studente – non sono serviti a evitare quello che è successo poi». Così la scuola sta pensando di integrare i sistemi di controllo. Non sono esclusi altri provvedimenti. 

LE INDAGINI
Sul fronte delle indagini, invece, gli accertamenti della procura di Roma si stanno concentrando ora sul cellulare e sul pc del professor De Angelis. L’obiettivo degli inquirenti è quello di verificare se l’educatore abbia intrattenuto rapporti con altre studentesse oltre alla ragazzina di 15 anni con cui, per sua stessa ammissione durante l’interrogatorio di garanzia, ha avuto incontri sessuali. E per questo saranno passati al setaccio i suoi dispositivi. «Sul telefono – ha detto De Angelis al gip durante l’interrogatorio – c’erano tutte le foto, ma poi le ho cancellate». 
Sulla base dei riscontri, che emergeranno entro la prossima settimana, non è escluso che la procura possa chiedere il giudizio immediato per il professore. De Angelis è ancora rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. L’istanza per la richiesta dei domiciliari sarà presentata dal suo legale, Fabio Lattanzi, nei primi giorni della prossima settimana.

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