Roma, la sicurezza dimenticata dopo le violenze nelle ville storiche

Roma, la sicurezza dimenticata dopo le violenze nelle ville storiche
di Camilla Mozzetti
4 Minuti di Lettura
Martedì 16 Gennaio 2018, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 18:23

Abbandonate e terre di nessuno: benvenuti nelle ville storiche della Capitale. Per non parlare dei parchi, ricoveri notturni e zone franche. Molti dei polmoni di Roma, ettari di verde lasciati al degrado, continuano ad avere una doppia vita. Diventando sotto le stelle, coacervi di illegalità. Lo scorso settembre, dopo lo stupro di una clochard nel cuore di villa Borghese, l'amministrazione M5S di Virginia Raggi promise grandi interventi con un comitato per la sicurezza convocato ad hoc.
 

 

Un modo per placare la scia di proteste dei residenti, che chiesero sdegnati interventi concreti per tutelare queste aree verdi e più in generale per innalzare la percezione (pressoché assente) della sicurezza in città. Palazzo Senatorio rispose garantendo cancellate nuove, video camere, controlli capillari e ciclici ma soprattutto la chiusura dei cancelli di ingresso di parchi e ville proprio durante la notte per evitare che altri episodi analoghi alla violenza della senzatetto tedesca potessero accadere di nuovo.

I POCHI CONTROLLI
Cosa è successo? Che delle 40 ville storiche di Roma, tra le più importanti parchi monumentali compresi , ne sono controllate (ma in maniera spot) meno di dieci attraverso le ronde tampone dei vigili urbani e del Servizio giardini che, al calar del sole, chiudono i cancelli di Colle Oppio, di Villa Ada, del giardino del Quirinale, di quello di piazza Vittorio, di Villa Lais e del parco della Resistenza, senza riuscire tuttavia a garantire la sicurezza delle zone limitrofe. Facile per i vagabondi continuare a scavalcare i muretti o recidere le reti già malmesse.

E così a Colle Oppio i senzatetto trovano ancora dimora, mentre nel parco dedicato all'otto settembre le famiglie evitano di portare i figli a giocare dopo le ultime aggressioni perpetrate ai danni di una babysitter che, settimane fa, è stata costretta a scappare perché inseguita da un clochard. Questo è solo un esempio che può, tuttavia senza difficoltà, essere declinato in tutte le ville sulle quali il Campidoglio ha garantito il controllo. «Il parco della Resistenza viene chiuso una sera sì e una no», confida uno dei rappresentanti del comitato di quartiere, Marco Rapisarda. «La maggior parte delle volte è aperto tutta la notte».

IL BANDO DEL COMUNE
Per le restanti ville? Lucchetti non pervenuti. Di certo, ad oggi, c'è solo il cortocircuito del dipartimento Ambiente di Roma Capitale che lo scorso anno ha dato il via a un bando (da oltre 220 mila euro sotto forma di rimborsi) per affidare ad associazioni di volontariato l'apertura e la chiusura di 40 tra ville e parchi, comprese quelle che oggi sono controllate dai vigili urbani fino a dicembre 2018. Com'è finita? Ci sono voluti 10 mesi, due determine dirigenziali integrative all'avviso di concorso del marzo 2017 per rinvenire una sola associazione (la Earth) disponibile a prendersi in carico 2 dei 4 lotti messi a gara (8 ville e due parchi dei 40 totali). Ma il dispositivo di controllo deve ancora partire.

SCONTI SUI RIMBORSI
La Earth, che ha firmato la convenzione soltanto ieri, e che dovrebbe iniziare a lavorare la prossima settimana, è riuscita a strappare un'agevolazione dal Campidoglio: invece dei rimborsi trimestrali (le attività sono a titolo gratuito ma è previsto ad esempio il pagamento della benzina), il Comune di Roma reintegrerà le uscite dell'associazione ogni mese. Questi siti si trovano quasi tutti in quartieri lontani dal centro (dall'VIII al XIII Municipio): si va da Villa De Sanctis al parco di Centocelle, da Villa Fiorelli a Villa Pamphili attualmente aperte di notte e alla mercé di chiunque. Cosa succederà nelle altre? Non cambierà nulla: cancelli aperti.

LE VILLE DIMENTICATE
È il caso delle Ville (Borghese, Sciarra, Leopardi, Chigi, Paganini, Celimontana e Aldobrandini) storiche e sparse tra il I e il II Municipio che invocano per voce dei tanti residenti e dei comitati di quartiere un cambio di passo che sembra destinato a non arrivare.

I due lotti principali del bando comunale che annoverano questi siti, ma anche i giardini della Mola Adriana a Castel Sant'Angelo, o sono andati deserti o le domande sono state respinte. In compenso, proprio a Villa Borghese, in via del Galoppatoio, non distante dal luogo in cui fu violentata la clochard tedesca, le casette costruite nel 2014 come ricovero dei cavalli delle botticelle sono state occupate abusivamente da senzatetto, clochard, vagabondi e da una varia umanità sommersa.
In barba ai divieti e alla pubblica sicurezza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA