La persecuzione anti-cristiana però sembra andare ben oltre questi numeri considerando che ci sarebbero 1.922 cristiani detenuti senza un processo, 1.252 rapiti, senza contare anche le migliaia di stupri, così come 1.240 matrimoni forzati e 33.255 cristiani «fisicamente o mentalmente abusati». Il rapporto fotografa solo una parziale realtà, perchè il sommerso resta indecifrabile e non sempre conteggiabile in cifre e statistiche. I crimini non denunciati o non registrati contro i cristiani in molti Paesi restano coperti dal silenzio.
In aumento la persecuzione anti-cristiana nel mondo in termini assoluti, con oltre 215 milioni i cristiani perseguitati. Il World Watch List 2018 è stato presentato in Italia dall'associazione Porte aperte, pubblicando anche la lista dei 50 Paesi dove i cristiani sono più perseguitati, vale a dire dove subiscono maltrattamenti come «singoli o gruppi di persone a motivo della fede in Gesù». Le violenze possono andare dalla discriminazione culturale e sociale, al disconoscimento familiare, dalla privazione di lavoro e di reddito fino ad abusi fisici, torture, rapimenti, mutilazioni, distruzione di proprietà , imprigionamenti, assassini.
Al vertice della classifica dei Paesi in cui i cristiani riscontrano maggiori difficoltà ci sono Corea del Nord e Afghanistan, Somalia,Sudan, Pakistan, Eritrea, Libia, Iraq, Yemen e Iran. Ma è in Pakistan che la persecuzione ha i connotati più violenti in assoluto. I Paesi europei nella lista con la maglia nera sono la Turchia, al 31esimo posto, e l’Azerbaigian, al 45esimo. Colombia e Messico, invece, gli unici del continente americano. Una escalation di intolleranza è stata registrata in Libia e in India, dove a motivo della crescente influenza del radicalismo induista sono stati compiute aggressioni su oltre 24mila cristiani indiani. Nel corso degli scorsi mesi sono peggiorate anche il Nepal.
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