Processori, uno dei ricercatori che ha scoperto i bug: «Servono nuovi criteri di progettazione»

Processori, uno dei ricercatori che ha scoperto i bug: «Servono nuovi criteri di progettazione»
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Lunedì 8 Gennaio 2018, 17:57 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 13:38

La scoperta delle clamorose falle nella sicurezza dei microprocessori, che rischiano di esporre milioni di computer e smartphone agli attacchi degli hacker, deve indurci a cambiare i criteri di progettazione di questi dispositivi: la sicurezza deve diventare prioritaria tanto quanto le performance, proprio come è accaduto negli ultimi decenni nella progettazione delle automobili. A sostenerlo è Stefan Mangard, esperto informatico dell'università austriaca di Graz, che col suo gruppo ha contribuito alla scoperta delle vulnerabilità Spectre e Meltdown grazie ad un progetto finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (Erc) con circa due milioni di euro. «Finora la progettazione dei processori ha puntato solo ed esclusivamente sulle performance», afferma Mangard sul sito dell'Erc. «Agli inizi anche le auto erano disegnate solo per essere veloci, mentre oggi - ricorda l'esperto - la nostra principale preoccupazione è diventata la sicurezza».

Un simile cambio di paradigma è ormai necessario anche nel mondo della tecnologia. «Quando acquistiamo i microprocessori, lo facciamo in base alla loro velocità - sottolinea Mangard - ma nella situazione attuale, con l'aumento degli attacchi informatici, dobbiamo accettare la sicurezza come un criterio fondamentale nella loro progettazione». A chi si chiede se Spectre e Meltdown siano solo la punta dell'iceberg, Mangard risponde che «è possibile che ci siano anche altri problemi di sicurezza. In ogni caso è probabile che non siano estesi su una scala così vasta». Spectre e Meltdown «sono stati scoperti in modo indipendente da quattro gruppi di ricerca, tra cui il nostro a Graz», ricorda l'esperto. «È stato un processo continuo dalla metà del 2017 ad oggi. Questa ricerca è molto importante per le moderne sfide della tecnologia dell'informazione, molti gruppi stanno lavorando in quest'area simultaneamente. Questo è solo l'inizio: abbiamo aperto la porta e molto altro deve ancora arrivare»

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