Strategie sbagliate/Rifiuti, soluzioni strutturali o pagano i romani

di Oscar Giannino
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Venerdì 29 Dicembre 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 00:26
Nella campagna elettorale che a Roma portò alla vittoria il sindaco Virginia Raggi, scrivemmo del grave problema dei rifiuti.

Ne scrivemmo per tempo e numeri alla mano, ed erano proprio i numeri ad attestare con chiarezza la sfida enorme posta dal problema della raccolta rifiuti. Non era più tempo per traccheggiare o per anteporre alle scelte concrete dei pregiudizi ideologici. 

Lo smaltimento dei rifiuti a Roma costa quattro volte quello di Milano, e Ama è in grado di trattarne poco più di un quinto del totale: il resto viene pagato a privati o esportato. La raccolta differenziata aveva una resa troppo bassa, e troppo bassa era pure la quota destinata a incinerazione. Mentre troppo alta, per contro, risultava quella avviata a discarica: che è il problema generale italiano, visto che i Paesi nordeuropei mostrano che più alta è la quota incinerata - trattata in impianti a elevata tecnologia, con efficienti filtri di abbattimento delle polveri da combustione e avanzate tecniche di recupero dei materiali residui - più tende a zero l’uso delle discariche.

Mentre credere di risolvere il problema con gli impianti di trattamento bio-meccanico si rivela un’illusione: essi rappresentano il classico modo per ovviare all’emergenza, ma senza chiudere il ciclo e con maggiori rischi ambientali, visto che la frazione umida e quella di percolati resta elevata. Il tutto accompagnato a Roma da un elevatissimo costo per i cittadini e le imprese, stante che la prassi di fissare sia prestazioni sia risorse nello stesso piano finanziario di Ama ha consentito negli anni all’azienda un incremento dei pagamenti al di fuori di un mandato preciso e di un piano pluriennale di sviluppo del servizio, portando al raddoppio dei costi in un decennio senza comportare miglioramenti paragonabili in termini di risultati ambientali e pulizia della città. 
Nell’arco di 8 anni la tariffa domestica sui rifiuti era balzata del 43%, quella per le imprese del 72%. Con bollette passate dai 719 milioni nel 2013 fino agli oltre 800 milioni attuali. 

Ci dispiace molto dirlo, ma le cronache di tutto il tempo trascorso dalle elezioni sembrano dimostrare che il problema non sia stato affatto compreso. Non è mai nato per davvero un organico piano industriale per chiudere concretamente entro cinque anni il ciclo completo del trattamento del milione e settecentomila tonnellate di rifiuti urbani annui, con la scelta degli impianti necessari come sopra detto. La raccolta differenziata è ferma al 42% dei rifiuti prodotti, rispetto al 64,3% della Città metropolitana di Milano, al 55,3% di Bologna al 52,7% di Torino. E più bassa è la differenziata più sale ovviamente il costo procapite: 222 euro a Milano nel 2016, 212 a Bologna, 260 a Roma. 

In questi giorni siamo tornati ai cassonetti bruciati per le proteste dei cittadini di Roma, e alla fine è venuto l’appello del sindaco Raggi alle Regioni italiane per smaltire eccezionalmente una quantità suppletiva di rifiuti romani. 
Il presidente dell’Emilia Romagna, Bonaccini, al quale in particolare era rivolto l’appello, ha detto ieri che prenderà ancora qualche giorno con la giunta per valutare l’eventuale disponibilità. Anche perché la quota destinata all’Emilia Romagna dovrebbe finire all’inceneritore di Parma, il cui sindaco Pizzarotti è stato espulso dai Cinque Stelle anche e proprio perché ha lasciato l’impianto - giustamente - funzionante. Ma a Pizzarotti non è mai arrivata neanche una telefonata da Roma, con la scusa che l’accordo deve essere solo con le Regioni, non con lo smaltitore finale. 
Diciamola tutta, allora. Ai freni ideologici che in tema di trattamento dei rifiuti i Cinque Stelle hanno sempre avuto, e che è risultato sinora confermato dall’esperienza amministrativa romana, sembra aggiungersi anche a questo punto una mancanza di elementare buon senso e di buona creanza. 

Nelle difficoltà, quando serve aiuto per affrontare un’emergenza figlia delle non scelte, assumere atteggiamenti di superiorità è due volte sbagliato. Perché far saltare la mosca al naso a coloro di cui si ha bisogno produce un solo risultato concreto: accrescere il disagio dei romani e dei turisti nei giorni di Capodanno e seguenti, visto che ormai la decisione a Bologna arriverà a gennaio. E in più continuare naturalmente ad addossare ai romani non solo il guaio dei rifiuti, ma anche l’elevatissima tariffa che continuano a pagare per non vederlo risolto. E’ veramente un po’ troppo, per cominciare l’anno nuovo con auspici almeno di un po’ migliori del passato. 
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