Scuola, fuori dai ruoli 55mila
supplenti: il diploma non basta

Scuola, fuori dai ruoli 55mila supplenti: il diploma non basta
di Lorena Loiacono
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Mercoledì 27 Dicembre 2017, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 12:12
Non c’è pace per i supplenti della scuola: anche quando pensano di aver raggiunto l’assunzione, si fa dietrofront e la cattedra non c’è più. E così, per il primo giorno di scuola dopo la pausa natalizia, è già pronto lo sciopero. È un pasticcio senza fine quello che riguarda le aspiranti maestre di scuola materna ed elementare in possesso del solo diploma magistrale: per il Consiglio di Stato il titolo di studio di scuola superiore non è sufficiente per entrare nelle graduatorie ad esaurimento.

Si tratta delle uniche graduatorie da cui il ministero dell’istruzione attinge per le assunzioni, al 50% insieme alle graduatorie di merito dai concorsi. La sentenza della Plenaria ha spiegato infatti che: «Il possesso del solo diploma magistrale, sebbene conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002, non costituisce titolo sufficiente per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento del personale». Un terremoto tra i diplomati magistrali, soprattutto donne. Innanzitutto rappresenta un terribile passo indietro per le almeno 55 mila maestre per la scuola dell’infanzia e per le elementari che, essendo state inserite nelle graduatorie ad esaurimento, tramite ricorsi, ora si vedono rispedire in quelle di istituto in cui l’assunzione non è prevista. Vanno bene per le supplenze, non per il ruolo.

I DETTAGLI
Eppure si tratta di maestre con anni di esperienza alle spalle, per molte di loro si tratta anche di decenni di esperienza in cattedra da supplenti, anche con contratti annuali: le cosiddette precarie storiche pronte per l’assunzione e che ora invece, per avere una cattedra a tempo indeterminato, dovranno partecipare ai prossimi concorsi. Non solo: una parte di loro, 5.300, sono già state assunte dal ministero dell’Istruzione proprio in virtù della loro presenza in graduatorie ad esaurimento. Assunte dopo l’anno di prova, ovviamente, e probabilmente trasferite lontano da casa. «Di fatto - spiega l’avvocato Michele Bonetti che ha seguito i ricorsi passati - si tratta di un licenziamento di massa senza precedenti.

Oltre 55 mila persone che perdono il lavoro visto che si potrebbero ritrovare in terza fascia e, con tre anni di precariato alle spalle, non possono più essere assunte, come previsto dalla legge della Buona Scuola. Probabilmente il ministero permetterà loro di terminare l’anno scolastico per poi toglierle la cattedra. Di certo noi venderemo cara la pelle: si apre una stagione di battaglie contro una procedura inaccettabile. Faremo ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo, per tutti i nostri assistiti e ci opporremo fino all’ultimo dei licenziamenti dinanzi al tribunale amministrativo e ai giudici del lavoro. Sarebbe auspicabile, vista la gravità della situazione, un intervento legislativo e politico».

Per le maestre il futuro è assolutamente incerto: al momento infatti tutto resta com’è anche perché, spostando le maestre dalle graduatorie ad esaurimento a quelle di istituto comunque ci sarebbe bisogno di loro per mandare avanti l’anno scolastico. Una volta terminato l’anno, potrebbero essere riaperte le graduatorie di istituto e inseriti i nominativi delle 55 mila maestre con diploma, estromesse dalle graduatorie ad esaurimento. Un lavoro enorme, dunque, che non mancherà di provocare problemi nei prossimi mesi agli uffici scolastici regionali che saranno già impegnati con i due concorsi alle porte, per scuole medie e superiori.

E intanto le maestre, fuori dai prossimi concorsi, si preparano allo sciopero. Incroceranno le braccia infatti il primo giorno di rientro dopo le festività natalizie, l’8 gennaio prossimo: «Senza questi maestri, in larga parte donne, non possono funzionare la scuola dell’infanzia e la scuola elementare italiana - spiega Marcello Pacifico, segretario nazionale dell’Anief - per dimostrarlo invitiamo a partecipare allo sciopero dell’8 gennaio tutto il personale abilitato, anche delle superiori, escluso dalle graduatorie ad esaurimento». I ricorrenti stanno già preparando una petizione da inviare alla Commissione del Parlamento Europeo e un reclamo collettivo da presentare al Consiglio d’Europa. Il 4 gennaio è previsto un incontro al ministero dell’istruzione con i sindacati. 
 
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