Vaticano, morto il cardinale americano Law, coprì i preti pedofili. Lo salvò Wojtyla

Vaticano, morto il cardinale americano Law, coprì i preti pedofili. Lo salvò Wojtyla
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 20 Dicembre 2017, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 12:18
Città del Vaticano E' morto stanotte in una clinica di Roma, dopo una lunga malattia Bernard Law, il cardinale americano che per 18 anni, nella diocesi di Boston, coprì terrificanti casi di pedofilia dando protezione a preti seriali che abusarono di decine di minori. Una storia, quella di Law, portata al cinema dal film Spotlight.

Law, quando scoppiò a Boston il caso e fu aperta una inchiesta giudiziaria rischiando di essere trascinato in tribunale, fu salvato da San Giovanni Paolo II e dall'allora segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano (attualmente decano del collegio cardinalizio). Entrambi decisero di fare quadrato dalle accuse sempre più evidenti di complicità e omissioni, trasferendolo nel 2002 nello Stato della Città del Vaticano e assegnandogli un prestigioso incarico come Arciprete alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Ruolo che ha mantenuto sino a qualche anno fa. Un caso imbarazzante quanto evidente della mentalità imperante che, nonostante le prese di posizione e i mea culpa, ha sempre portato più a tutelare i membri del clero, evitando possibilmente gli scandali pubblici, piuttosto che a difendere le vittime e la giustizia.

A dare la notizia della morte di Bernard Law, 86 anni, è stato il Vaticano con un breve comunicato diramato alle prime luci dell'alba.

I mea culpa che sono stati pronunciati a più riprese dai pontefici sulla piaga della pedofilia, a cominciare dall'inizio degli anni Duemila quando timidamente la Chiesa iniziò ad inasprire le pene canoniche, non riusciranno mai a sanare i traumi e le ferite inferte a decine di migliaia di vittime nel mondo. Bernard Law è stato riconosciuto responsabile (ma mai giudicato in un tribunale) di avere insabbiato casi di pedofilia conclamata. Fra i sacerdoti della diocesi di Boston che protesse per almeno 18 anni ci sono padre John Geoghan e Paul Shanley, autori di numerose violenze sessuali su decine di ragazzi e finiti in carcere.

La posizione omertosa del cardinale Bernard Law non faceva parte di un caso isolato visto che in Vaticano la corrente maggioritaria tendeva (e tende?) ad affrontare i casi di pedofilia con un occhio di riguardo verso i sacerdoti. Il documento più clamoroso relativo a quel periodo è firmato dal cardinale Castrillon Hoyos, già prefetto della congregazione del Clero. Verso la fine degli anni Novanta scrisse un encomio a un vescovo francese che lo informava di non avere rivelato alle autorità giudiziarie né alla polizia il nome di un prete pedofilo (l'abate Renè Bissey), successivamente condannato a 18 anni di carcere. Il vescovo si era trincerato dietro il segreto della confessione pur di non divulgare niente alla polizia e il cardinale Castrillon Hoyos gli inviò una lettera di elogi per il coraggio dimostrato. Non solo, la lettera fu inviata successivamente a diversi vescovi nel mondo come esempio da seguire davanti a casi del genere. Il cardinale Castrillon Hoyos non ha mai sconfessato quella lettera, anzi, alcuni anni fa ne ha rivendicato persino la positività.

I funerali del cardinale Law si svolgeranno domani, giovedì, nella basilica di San Pietro come avviene per tutti i cardinali defunti. Il Papa non ha voluto fare nessuna eccezione al protocollo. A presiedere la messa solenne sarà lui stesso. IN un telegramma inviato al cardinale Sodano (in quanto decano del collegio cardinalizio) ha invocato la misericordia porgendo le condoglianze ai familiari della famiglia Law e a tutti coloro che lo conoscevano. Delle vittime degli abusi stavolta nemmeno una parola. Silenzio.


 
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