Eppure quel contributo versato al tempio voluto da Augusto nel I secolo come omaggio a tutte le divinità e restaurato da Adriano alla metà del II secolo d. C., ne aiuterà a sostenere la manutenzione. L’obiettivo è anche quello di arrivare ad una regolamentazione dei flussi di visita («il ticket garantisce tutela» secondo il Collegio Romano). Dettaglio non da poco per un sito che attrae più visitatori del Colosseo, chiudendo il 2017 con quasi 8 milioni di ingressi. Gli altri dati testimoniano un grande appeal: 7.994.505 nel 2016; 7.496.188 nel 2015; 6.479.136 nel 2014; 6.579.988 nel 2013; 6.438.400 nel 2012; 6.447.000 nel 2011; 4.721.200 nel 2010. In totale dunque dal 2010 al 2016 hanno visitato il Pantheon 46.156.417 persone. Insomma, la strategia ora del ministero è di raccogliere fondi per la manutenzione. Ci sarà una biglietteria? No. La bigliettazione si ispirerà al modello del ticket dell’autobus: nel senso che si potrà acquistare in varie tipologie di esercizi commerciali, dalle edicole dei giornali alle tabaccherie, a bar e caffetterie presenti nell’area del monumento. Non solo. Personale di Ales, la società in house del Mibact, potrebbe svolgere anche attività di vendita del biglietto a ridosso del monumento. Dopo questa prima fase di sperimentazione del ticketing, al vaglio dei tecnici c’è anche l’idea di sviluppare la possibilità di acquistare on line il tagliando. Seguendo l'app già in uso alle Scuderie del Quirinale.
Il biglietto al Pantheon non piace però al vicesindaco di Roma Luca Bergamo (anche se il Pantheon non rientra nelle competenze comunali), il quale ha già preannunciato che chiederà «la revoca» al Governo che uscirà dalle prossime elezioni. «È un momento triste, prodotto dall'idea che il godimento dell'arte - spiega Bergamo - sia principalmente ad appannaggio del turismo invece che veicolo per la formazione delle persone e del loro benessere». Ma per l'ennesima volta l'assessore capitolino denuncia che «il Governo adotta decisioni che hanno impatto sulla vita della Capitale senza cercare un accordo con chi l'amministra».
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