La raccolta – sottolinea la Coldiretti - riguarda poco più di 28 mila ettari a Maungdaw, la zona a maggioranza musulmana nello stato di Rakhine, che nonostante l’accusa di pulizia etnica denunciata dalle Nazioni Unite gode da parte dell’Unione Europea del sistema tariffario agevolato a dazio zero per i Paesi che operano in regime EBA (tutto tranne le armi).
I Rohingya assieme ad altre minoranze religiose (tra cui i cristiani Kachin e Karen) vivono in una situazione di apartheid. Ai Rohingya viene negata la cittadinanza birmana e i loro terreni vengono confiscati. Molti di loro sono da sempre sottoposti al lavoro forzato, anche nei campi di riso e, dall’inizio della repressione, sarebbero «numerose le testimonianze di violenze, addirittura decapitazioni avvenute nei campi di riso secondo fonti giornalistiche internazionali».
«Non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire con le importazioni lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generale, ha denunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che «è invece necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore a sostegno di un vero commercio equo e solidale».
Anche per effetto delle sollecitazioni della Coldiretti il Governo Gentiloni ha inviato a Bruxelles una richiesta di adozione delle misure di salvaguardia europee nei confronti dell’importazione di riso greggio asiatico del tipo indica a dazio zero dai Paesi asiatici EBA (“Tutto tranne le armi”) con nota dei ministri delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, integrata con una lettera indirizzata ai Commissari Federica Mogherini, Cecilia Malmström e Phil Hogan.
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