Ostia ai 5 stelle, astensione record: al ballottaggio Di Pillo vince con il 60%, Picca ferma al 40%

Ostia ai 5 stelle, astensione record: al ballottaggio Di Pillo vince con il 60%, Picca ferma al 40%
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 20 Novembre 2017, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 00:20

Questa strana campagna elettorale di Ostia, di cui gli ostiensi si sono in larga parte infischiati, finisce come era cominciata: con l'ombra lunga delle cosche che guadagna la ribalta dei comizi e sembra fagocitare tutto il resto. «I grillini hanno vinto con i voti degli Spada», urla a tarda notte, davanti a fedelissimi e telecamere, la candidata del centrodestra, Monica Picca, quando la debacle temuta e tutto sommato pronosticata diventa certezza. «Guardate i numeri - dice la sconfitta - Il M5S guadagna voti a Nuova Ostia, la terra di Casapound e dei clan». Certo è che il Movimento vince con quasi 20 punti di scarto e la spunta anche nelle roccaforti tradizionali della destra, come a Casal Palocco, il quartiere con i villoni di calciatori e vip.

Nel X Municipio di Roma finisce 59,6% a 40,4%. Il prossimo minisindaco, dopo due anni di commissariamento per infiltrazioni criminali, sarà la pentastellata Giuliana Di Pillo, ex insegnante di sostegno di una scuola media diventata poi delegata al Litorale di Virginia Raggi. È soprattutto lei, la sindaca di Roma, a tirare un sospiro di sollievo, perché in qualche modo supera il primo test elettorale a un anno e mezzo dalla scalata del Campidoglio. Certo, il M5S crolla di 17 punti, rispetto al ballottaggio del 2016, ma Raggi cinguetta soddisfazione: «I romani sono con noi e per il cambiamento», il messaggio su Twitter.

Vincono i Cinquestelle, dunque, ma stravince l'astensionismo. E stavolta non si può neanche dare la colpa al maltempo, come al primo turno di due settimane fa. Si sgretola, quindi, anche l'ultimo alibi per nascondere la fuga dalle urne. C'era un bel sole ieri sul lungomare di Ostia, eppure ai seggi blindatissimi da polizia e carabinieri (schierati 400 uomini in più) non si è presentato quasi nessuno. A scegliere il presidente di questa città nella città - 230mila abitanti, come Messina - è un pugno di elettori. Davanti alle cabine nere montate dagli scrutatori si presenta un abitante su tre di quelli che hanno diritto al voto, il 33,6%, poco più di 60mila residenti.

IL CROLLO
Un fiasco perfino peggiore di quello del 5 novembre, quando infilò la scheda negli scatoloni del Viminale solo il 36% degli elettori potenziali. Lo sconforto degli scrutatori diventa grottesco in una sezione di Tor de' Cenci, in via Santi Savarino, dove hanno votato appena in 2 su 998 aventi diritto. Qualche raffronto: alle comunali del 2016, a Ostia la partecipazione aveva superato il 56%. E nel 2013, alle ultime municipali, l'affluenza aveva sfiorato il 53%; significa che in quattro anni si sono persi oltre 20 punti percentuali.

Nel Movimento si guarda al bicchiere mezzo pieno. Per il candidato premier dei Cinquestelle, Luigi Di Maio, «l'effetto Raggi esiste ed è positivo». Dall'altro lato della contesa, Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia (il partito della Picca), spulcia i dati grezzi dello spoglio: «Il M5S in un anno è crollato di quasi 20 punti, io non festeggerei». Nel centrodestra si apre ora la resa dei conti interna, con un occhio al prossimo traguardo, le regionali del Lazio tra pochi mesi. «Con un candidato moderato avremmo preso più voti al centro, si poteva fare meglio», confida a caldo Davide Bordoni, capogruppo di Forza Italia in Campidoglio. Scena muta per il Pd, spazzato via dal secondo turno, costretto a leccarsi le ferite e a «ripartire» - così dicono almeno i dirigenti locali - da un bottino magrissimo, il 14 per cento scarso.

L'ULTRADESTRA
Nel nuovo consiglio municipale mette un piede l'ultradestra, sotto le insegne di Casapound, capace di costruire un radicamento nei quartieri che hanno sofferto di più la crisi della politica tradizionale. Tra le case popolari di Nuova Ostia, i fascisti del Terzo Millennio due settimane fa hanno scavallato il 20 per cento. «Era il primo passo, un giorno conquisteremo Roma», dicevano ieri davanti alla serranda di via Pucci Boncambi, il quartier generale di Cp, a pochi isolati dalla palestra dove Roberto Spada, dieci giorni fa, ha assalito una troupe della Rai.

 

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