Addio a Gianni Campagna, il "sarto delle star": siciliano, amato in tutto il mondo, aveva 74 anni

Addio a Gianni Campagna, il "sarto delle star": siciliano, amato in tutto il mondo, aveva 74 anni
di Mario Meliadò
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Lunedì 13 Novembre 2017, 17:49 - Ultimo aggiornamento: 22:02
Messina, Milano e Hollywood a lutto contemporaneamente. A 74 anni è scomparso Gianni Campagna, internazionalmente noto come “il sarto delle star”. Campagna era originario di Roccalumera, paesino del Messinese ai piedi dei monti Peloritani. Proprio in questo piccolo centro di poco più di 4mila anime, Campagna aveva iniziato a impratichirsi come sarto fin da bambino, quando aveva solamente 7 anni. Già nei primi anni Sessanta emigrò poi a Milano, dove diventò presto il più bravo apprendista di un “mito” del made in Italy, Domenico Caraceni, lui che nel ‘97 quel marchio l’avrebbe acquisito. Un anno dopo l’arrivo in terra lombarda, appena 19enne, vinse le Forbici d’oro, ambìto riconoscimento che toccava al miglior sarto italiano delle giovani generazioni.  

Da lì in avanti, è stata solamente una scalata senza interruzioni fino all’apertura del suo gettonatissimo atelier a Palazzo Bernasconi – vedette tra i Grandi Palazzi del capoluogo lombardo – e verso l’Empireo della moda.
 
Moda tricolore per gusto e raffinatezza, però planetaria quanto a personaggi con la “P” maiuscola che da Gianni Campagna si sono costantemente fatti vestire: dall’ex presidente Usa Bill Clinton a Papa Francesco, da Roberto Formigoni alla formidabile protagonista di Basic Instinct Sharon Stone, da un apprezzato “007” cinematografico come Pierce Brosnan al patron della Luxottica Leonardo Del Vecchio.

«Amava la vita, il lavoro, la famiglia e metteva la sua energia in ogni cosa che faceva», suona la mesta testimonianza della figlia Virginia. 
In realtà suo padre Gianni era questo, ma al contempo era assai più di questo. Era anche un personaggione verace, molto amato dal jet-set come pure dalle persone “comuni” che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Per esempio, era anche l’uomo semplice e amante dello sport e della natura, che ogni estate tornava a Roccalumera per le vacanze nel suo villino sul Lungomare, non perdendo occasione per montare sul sellino e concedersi lunghe sgambate in bici. Ma era anche il Sarto che ebbe come socio un ex agente dell’intelligence statunitense, Rick Adams.

E, come troppo pochi ricordano, Gianni Campagna era anche un ineguagliabile polemista: parole scarne, ma dritte al fegato dell’avversario di turno. Come in tutte le strenue difese del made in Italy nel senso della «tradizione» e del «sudore» connessi, non dell’estro e della couture biancorossoverde (epica la sua frase «Io non cambio stile ogni sei mesi per inseguire la moda»). Come quella volta in cui tirò fuori una sua vecchia foto bianco&nero in cui, metro alla mano, si stava adoperando come sarto, corredandola con una semplice ma corrosiva scritta: «Non conviene più lavorare. Riprenderemo quando ci sarà una classe politica seria», dichiarandosi «a lutto» per l’inettitudine di molti politici. E poi ancòra un cartello, a mo’ di segnaletica stradale: «Siamo in lutto per un Governo incapace e ladro». Era il 2011; e quando il “collega” imprenditore della moda Diego Della Valle comprò pagine su pagine di giornale per denunciare l’approssimazione di cui pecca la gran parte della politica italiana, Campagna lo rimbrottò dritto per dritto: «Arriva secondo, e a differenza di me ha bisogno di comprarsi le pagine dei giornali per dire che alcuni politici sono incompetenti».
 
Domani le esequie del grande Sarto – come sarebbe stato contento lui d’essere chiamato –, alla chiesa di San Francesco da Paola, a Milano. 
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