Giovani all’estero, i bamboccioni non erano loro

di Maria Lombardi
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Venerdì 3 Novembre 2017, 00:05
Le opportunità all’estero sono meglio di arancini e cannoli #ragazziitalianiall’estero
@falconesalvo

Lorenzo, 25 anni, sta per aprire un bar ristorante vicino Malaga, «lì è più facile». La sorella Luisa, laurea in Biotecnologia con 110 e lode, lavora ad Amsterdam, «qui si vive benissimo. Se mi manca Roma? Macché!». Il cugino Paolo, da un anno si è trasferito a Londra, fa lo chef, il suo futuro lo immagina fuori dall’Europa. Il suo amico d’infanzia Giuseppe è a Sidney, la compagna di liceo Chiara studia a Singapore. La sorella di Paolo, Teresa, 26 anni, architetto a Porto, vuole convincere i genitori ad andare lì. Un altro cugino di Lorenzo e Paolo si è appena laureato in Economia, ha già il biglietto per New York solo andata «e che sto a fare qui?». Le migliori amiche di Teresa sono Ilaria, ingegnere a Lione, ed Eleonora, architetto in Cile. Federica, amica della mamma di Teresa e Paolo, ha chiuso con Roma ed è andata a Londra dai figli, una è avvocato, gli altri due studiano. Ma non erano bamboccioni i ragazzi italiani? Tanta voglia di mamma e poca voglia di mondo. Nella cameretta c’era spazio per tutto,anche per la libertà. E come fare con questi figli in casa per sempre? Ora la domanda è un’altra: come fare il genitore su whatsapp o Skype? Avanza la generazione Aire (italiani residenti all’estero) la cameretta è finita in valigia, bye bye Roma, ci rivedremo chissà. Cinquantamila giovani via dall’Italia solo lo scorso anno, prima fuggivano i cervelli e adesso anche gli altri. Perdonate, ragazzi, se potete, questo sciocco paese che non vi lascia alternative: o fate i bamboccioni o fate gli stranieri. 
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