A Roma via Margutta diventa "Creative District"

Margutta Creative District_Ph. Pietro Piacenti_Courtesy of Press Office
di Gustavo Marco Cipolla
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Venerdì 20 Ottobre 2017, 14:43 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 12:56

Roma capitale della moda? Un sogno e un progetto trasformano fino a domani via Margutta, la celebre via delle Arti, in un distretto creativo dedicato al fashion, all'artigianalità made in Italy ma anche al food che sposa il lato glamour con sapori e nuovi trend veg. Per la seconda edizione di “Margutta Creative District”, la tre giorni organizzata dal fashion producer Antonio Falanga in collaborazione con la brand manager Grazia Marino, e che vanta il patrocinio di Cna Federmoda e dell'Associazione Internazionale di Via Margutta, l'arte contemporanea, il savoir faire artigiano e sartoriale tutto italiano si incontrano nella strada che ha ispirato pittori e musicisti. Botteghe, boutique e atelier aperti al pubblico, quadri moda en plein air e giovani promesse del fashion e del design determinate ad emergere con le loro collezioni. «Attraverso i nostri progetti cerchiamo sempre di portare nuove proposte della moda a Roma e con la seconda edizione di Margutta Creative District otto i brand che promuoviamo anche sul piano commerciale. Il collante è via Margutta, la strada che ha ispirato letterati e artisti» spiega il patron Antonio Falanga mentre Grazia Marino sottolinea «Margutta Creative District è un palcoscenico di promozione per i nuovi talenti, non solo nell'ambito della moda. Un vero e proprio connubio tra fotografia, design e food che convivono in un unico luogo».

 

Stilisti e giovani designer

Set fotografici e tableau vivant all'aria aperta per scoprire le linee di giovani marchi italiani e internazionali, tra cui la collezione di gioielli “Duality” in bronzo e argento con pezzi interscambiabili di Gaia Italian Handmade Jewellery by Gaia Caramazza, la capsule collection "Good Luck" luxury resort della designer Mirella Marsiglia, in cristalli e microfibra,il brand di bijoux e accessori Ellebi di Livia Bonanni che si ispira alla maestria di Paco Rabanne degli anni '70. La moda, poi, diventa arte con le creazioni di Filippo Laterza, selezionato al White di Milano e appena rientrato da Shanghai, mentre l'estro si fa made in England con Krasimira Stoyneva e i suoi outfit non convenzionali, realizzati (udite, udite) con capelli sintetici. Tessuti naturali e wedding couture dipinti a mano per il siciliano Gian Paolo Zuccarello. Sete, preziosi cristalli, piume e dettagli fur a contrasto nei suoi abiti. «Via Margutta è una delle antichissime vie di Roma che con il suo fascino ispira sicuramente la creatività di chi disegna l'alta moda» dice Zuccarello che delle texture pregiate ha fatto un must delle sue collezioni. Da Siena, la giovanissima Asia Neri porta nella Capitale l'antica tradizione toscana e lo fa con la presentazione di una capsule di alta sartoria, “Innata Elegantia”, che nel fatto a mano strizza l'occhio alla letteratura. «Sono felicissima di partecipare ad un evento così poliedrico. I miei abiti sono dedicati ad una donna elegante con trasparenze, pizzi e mi diverto molto con il tessuto e la vestibilità. Sono abiti concettuali e spesso ispirati a filosofie o a libri che ho letto. La donna Asia Neri deve sentirsi bella in quello che vede ma anche in quello che il vestito racconta, come nel romanzo “Brida” di Paulo Coelho. In un passo dell'opera l'autore scrive che anche un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno,quasi a evidenziare come spesso ci sentiamo inadeguati ma da questa condizione si può uscire mettendosi in gioco, anche con la moda» racconta la stilista senese. Infine, ma non da ultima, la “Cruise Collection” beach wear firmata Raviolina, prodotta da Rosella e Luigina Pandolfi e completamente eco-friendly. La moda a via Margutta è metropolitana con una vocazione street e genderless grazie anche alla neonata linea “Urban Style” lanciata dagli organizzatori della kermesse e che vede felpe, pants e t-shirt in un progetto rigorosamente italiano che pone l'accento sull'attenta scelta dei filati.

Passeggiata d'arte nello studio-atelier di Picasso e la mostra “Roma Caput Mundi”

Al civico 53b di Via Margutta, una promenade visiva accompagna in quello che fu lo studio-atelier di Pablo Picasso e oggi abitato dai coniugi Piera Benedetti e Bertrand Marret che custodiscono, inoltre, fotografie in bianco e nero di Henri Cartier- Bresson. Qui, al quarto piano del palazzo, il pittore spagnolo soggiornò ideando i costumi e le scenografie del primo balletto cubista, “Parade”, con la firma di Jean Cocteau. Tre itinerari culturali e un narratore d'eccezione, lo storico dell'arte Mirko Baldassarre, per scoprire i tesori nascosti e i segreti della via delle Arti. “Passeggiando in via Margutta” c'è anche il doveroso ricordo al regista Federico Fellini, che con l'amata Giulietta Masina ha vissuto la sua “dolce vita” nella storica strada degli artisti. La mostra “Roma Caput Mundi” di Graziano Villa, curata da Francesca Fabbri Fellini, nipote e ultima erede del maestro del Cinema italiano, allestita presso l'Hotel Art, è un omaggio alla Città Eterna con ritratti che ripropongono le architetture capitoline, dal Colosseo a piazza San Pietro, esasperando il punto di vista prospettico, in un contrasto di luci che conferisce immortalità e un'anima metafisica ai monumenti e alle sculture romani. «Un tributo a Roma che ogni tanto passa dei periodi pesanti ma rimane la città più bella del mondo e deve rifarsi il trucco. Ho preso le architetture romane, le ho spellate, ritrovandone lo spirito grafico e la loro forza interna, valorizzandola» confida il fotografo Villa, supportato dalla curatrice dell'esposizione Francesca Fabbri Fellini che spiega «credo che il titolo della mostra sia assolutamente giusto perché Graziano Villa, da sempre fotografo e ritrattista di persone, ha deciso di svelare per immagini ed emozioni palpitanti Roma attraverso le sue architetture. Una fotografia pittorica che esalta i tratti più intimi dei monumenti quasi trasformandoli in personaggi umani».

Quando il cibo è di moda

Dulcis (e salato) in fundo il food, una vera e propria moda, che con il noto ristorante “Margutta Veggy Food & Art” ricerca le nuove tendenze in fatto di gusto senza dimenticare i trend dell'arte contemporanea.
Con la mostra collettiva Junk Food (curata da Francesca Barbi Marinetti e Marcello Francolini, visibile fino al 6 dicembre prossimo), dodici artisti (Dorothy Bhawl, Ezia Mitolo, Marco Colletti, Elio Varuna, Antonella Pagnotta, Moby Dick, Pier The Rain, Sara Baxter, Mauro Sgarbi, Romana Zambon, Giovanni Crovetto,Corrado Veneziano)a colpi d'arte si sono schierati contro l'industria del cibo spazzatura e la sua mercificazione in un'eclettica e variopinta denuncia pittorica. Tina Vannini, owner del ristorante Margutta, sul rapporto tra moda e cibo sottolinea «via Margutta è la via delle Arti e ovviamente non può non esserci un evento come Margutta Creative District che coniughi il fashion con l'arte e il cibo. La nostra cucina va di moda in questo momento perché parliamo di cucina vegana e vegetariana. Un'altra moda nella moda». Qual è il piatto di tendenza, quello più richiesto? «Cambiamo il menu quattro volte all'anno con le stagioni. Quindi per l'autunno ci sono i tortelloni con le castagne in brodo di mela». E se a via Margutta l'arte del cibo è glam, anche con lo spettacolare cooking show dello chef del ristò, Mirko Moglioni, la food connection company Excellence partecipa alla kermesse per valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano attraverso la propria piattaforma multimediale. Così, per tre giorni, arte, moda e cibo fanno di via Margutta un poliedrico "district" made in Rome, dove la parola d'ordine è creatività.

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