M5S, la linea su Appendino indagata: «È una denuncia del Pd»

Le reazioni dentro il M5S
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Martedì 17 Ottobre 2017, 14:54 - Ultimo aggiornamento: 16:31
Fa male la notizia di Chiara Appendino indagata per falso in atto pubblico. Si tratta di un'accusa che spesso i parlamentari M5S hanno denunciato con orrore quando cadeva in testa agli avversari. E invece oggi tocca a loro, al Movimento. 

Il blog di Grillo non parla della faccenda ma rilancia la battaglia sui vitalizi.
Una convinzione si è fatta strada ai piani alti del Movimento, tra Beppe Grillo e Casaleggio: che l'avviso di garanzia è la conseguenza di una denuncia del Pd «che cerca di trovare qualsiasi cosa per infangarci». 

La sindaca Appendino, al telefono con i vari portavoce lo ha ribadito più volte. Oltre a ricostruire la vicenda del debito scomparso dal bilancio ha sempre sottolineato che l'indagine è anche frutto di un esposto della minoranza e quindi è un atto dovuto. 

É quanto ripetono anche i parlamentari più in vista queste ore. Chiara non si tocca, dunque e massima fiducia.
«Lo schema di gioco è sotto gli occhi di tutti: il Pd presenta esposti e i media partono con i titoloni. E' raccapricciante osservare come i giornalisti invece di fare i cani da guardia del potere, facciano i cagnolini scodinzolanti del Pd». Così il deputato del MoVimento 5 Stelle, Danilo Toninelli. «Quando Chiara Appendino ha denunciato Fassino per i debiti lasciati, i giornali erano distratti da altro. Oggi tutti con i titoloni a nove colonne, solo per una denuncia del Pd che, a sua volta, esce con dichiarazioni fiume. Il gioco è sotto gli occhi di tutti», conclude l'esponenente Cinque Stelle.

E anche Riccardo Fraccaro, responsabile M5S enti locali del nord, conferma lo schema e la fiducia ad Appendino. 
«A Torino - dice il deputato trentino - succede che Fassino lascia i buchi nel bilancio del Comune, Chiara Appendino prova a risanarli e il Pd la denuncia. A noi pare evidente che chi in questi anni nel capoluogo piemontese ha fatto buono e cattivo tempo ora si senta in difficoltà e provi a buttarla addosso a chi, invece, sta cercando di sanare gli errori degli altri. Chiara vada avanti, siamo certi della buona fede della sua amministrazione»

Pochi dubbi anche per il deputato Alfonso Bonafede, titolare degli enti locali M5S del centro e quindi spesso chiamato a rispondere politicamente dei guai giudiziari della sindaca capitolina Virginia Raggi. 
«Chiara Appendino ha lavorato benissimo, anche dal punto di vista tecnico» assicura. Anche per lui in questa vicenda c'è lo zampino del Pd che ha depositato una denuncia ad hoc.  «Usano ormai sempre lo stesso schema - ribadisce - Presentano un esposto e il pm, chiaramente, deve aprire un'indagine.
Nel frattempo, il sistema mediatico alza un polverone
». Ma, attacca Bonafede, tra i responsabili degli Enti Locali del M5S, «il principio di legalita' non si difende così. Si difende presentando delle liste pulite». E a chi gli fa notare come, nelle principali città amministrate dal M5S - Roma, Torino e Livorno - i sindaci siano stati rinviati a giudizio o comunque ci siano inchieste nei loro confronti, Bonafede replica: «Noi mettiamo mano a situazione devastate dalle amministrazioni precedenti».

E sulla vicenda Torino interviene anche il candidato premier del Movimento, Luigi Di Maio. Lo fa sul blog di Grillo per dare massimo risalto alla fiducia che i vertici ripongono nella sindaca piemontese. 

«Fassino ha lasciato voragini nel bilancio del Comune e noi lo abbiamo denunciato - spiega Di Maio - Chiara Appendino sta risanando i conti e il Pd l'ha denunciata. Il paradosso è che ad essere indagata su denuncia di chi ha sfasciato i conti del Comune è proprio chi lo sta risanando: Chiara Appendino».

Anche per il vicepresidente della Camera lo schema è semplice: esposto Pd uguale sindaco pentastellato indagato. «Credono di aver trovato la clava con cui colpire il MoVimento: presentare esposti contro di noi per cui la magistratura è tenuta ad aprire dei fascicoli - dice Di Maio - per poi farci attaccare facendo dire ai media che siamo indagati. Sono passati a dare addosso a Chiara, dopo che le due richieste di archiviazione a Virginia Raggi hanno dimostrato che il "caso Raggi-Romeo" era una bolla di sapone, su cui però la magistratura era tenuta a fare chiarezza. Meno male che sappiamo di poter contare su una magistratura indipendente, che non si fa influenzare da questo sistema»

L'inchiesta, precisa Di Maio  
«è un atto dovuto». E rilancia la battaglia sugli «impresentabili, arrestati e condannati, candidati in Sicilia»
 
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