Fisco, sanatorie riaperte su cartelle e liti pendenti, ipotesi proroga dei giochi

Fisco, sanatorie riaperte su cartelle e liti pendenti, ipotesi proroga dei giochi
di Andrea Bassi
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Venerdì 13 Ottobre 2017, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 07:46

La novità dell’ultima ora potrebbe essere una misura che permetterebbe al governo di incassare, senza colpo ferire, 800 milioni di euro. Nel decreto fiscale che sarà esaminato oggi dal consiglio dei ministri, potrebbe entrare una proroga di nove anni della concessione del Gratta & Vinci, il gioco gestito da un consorzio guidato da Lottomatica. L’attuale concessione andrebbe a scadenza nel 2019, ma le norme darebbero la possibilità di effettuare una proroga. Secondo i tecnici del Tesoro, inoltre, allungare la concessione permetterebbe di incassare più soldi di quelli che si otterrebbero con una eventuale gara. L’idea della proroga del Gratta & Vinci, già spuntata durante la manovrina correttiva di primavera, rischia di creare più di qualche mal di pancia tra le società del settore, e qualche malumore in alcuni settori del governo. 

IL CONTRIBUTO
Ma al Tesoro la reputano importante per l’apporto di risorse alla prossima manovra di bilancio, ancora affamata di coperture finanziarie per disinnescare l’aumento dell’Iva e finanziare le misure promesse dal governo, dalla decontribuzione per i neo assunti, al rinnovo del contratto per gli statali. Lo scopo del decreto fiscale che sarà approvato dal consiglio dei ministri di oggi, del resto, è proprio questo: fornire risorse per la legge di Bilancio che sarà invece esaminata dal consiglio dei ministri di lunedì. Gratta & Vinci a parte, buona parte dei fondi, dovrebbe arrivare dalla riapertura della rottamazione delle cartelle esattoriali. Una misura dalla quale il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, si attende di incassare almeno 1,5 miliardi di euro. La nuova sanatoria avrà alcune novità rispetto alla precedente. La prima è l’estensione temporale. Potranno essere rottamate le cartelle della ex Equitalia ricevute fino al 30 settembre di quest’anno, con la possibilità di una estensione per via parlamentare a quelle fino a dicembre. 

LA REPLICA
Anche questa volta i contribuenti potranno mettersi in regola pagando i tributi e gli interessi legali, risparmiando sulle sanzioni e gli interessi di mora. Saranno riammessi i contribuenti che alla prima scadenza non avevano potuto aderire perché non erano in regola con i piani di rateizzazione: per loro ci saranno cinque rate fino a febbraio 2019. Poi ci sarà una riapertura per coloro che già avevano aderito alla prima rottamazione, ma che poi non erano stati in gradi di versare la rata di luglio o quella di settembre. Tra le altre misure che saranno inserite nel decreto fiscale, c’è anche una nuova tornata di rottamazione delle liti pendenti, ossia i contenziosi in corso con l’Agenzia delle Entrate, e una riedizione della voluntary disclosure, anche se l’ultima operazione di rientro dei capitali dall’estero non ha dato gli esiti sperati.

Altre misure riguarderanno l’allargamento dei settori soggetti al cosiddetto «split payment», l’inversione contabile per la quale l’Iva è trattenuta direttamente dalla pubblica amministrazione. La legge di bilancio eviterà «l’aumento dell’Iva, non introdurrà nuove tassazioni» che avrebbero «effetto depressivo». Ieri il premier Paolo Gentiloni ha sottolineato che la legge di bilancio eviterà «l’aumento dell’Iva, non introdurrà nuove tassazioni» che avrebbero «effetto depressivo». Le risorse per la legge di bilancio, ha aggiunto, saranno «limitate» ma «lavoreremo per trovare ulteriori spazi per gli investimenti». Le priorità della manovra, ha detto ancora il premier, saranno «lavoro, lotta alla povertà, sostenere la competitività delle imprese, la tenuta della coesione sociale e territoriale». «Proprio ieri - ha concluso - ho firmato l’intero pacchetto per il bando periferie, si tratta di 2,1 miliardi con cui abbiamo consentito una ricucitura urbana assolutamente indispensabile per le nostre città».

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