Lo Scopigno (intitolato al filosofo dal 2005), di fatto, ha sancito il passaggio del calcio cittadino da viale Fassini e da quello che ora è lo Iacoboni, a una zona che si è espansa sempre più come quella ai piedi di Terminillo. I fondi di Italia '90, il campo, le tribune, le torri faro sostituite dopo i crolli: nonostante la giovane età, lo Scopigno ne ha viste tante. Come il Rieti "ospite a casa sua" ai tempi della Lupa, la promozione in Serie C, le dolorose retrocessioni, presidenti più o meno longevi e tanti eventi. L'Atletico Roma, la Lupa, la Roma col Cagliari e la presentazione di Iturbe, la partita del cuore (una delle tante) per Amatrice, Accumoli e Arquata con oltre 8000 persone sugli spalti, il concerto mai fatto di Jovanotti, l'Under 21 e la Nazionale femminile.
E poi la Scopigno Cup di Formichetti, col manto del Centro d'Italia su cui sono passati piccoli campioncini diventati grandissimi. Una capienza di 10mila posti ridotti oggi alla metà a causa di fatto, delle recinzioni; tribune e locali intitolati a chi ha scritto il calcio a Rieti. Questo è lo Scopigno, che parte della sua vita l'ha vissuta anche nel dualismo tra l'essere ideale per competizioni U21 ma non per gare di Lega (come quando il Cagliari, vista l'impossibilità di utilizzare Is Arenas, pensò allo stadio intitolato al suo più grande allenatore). Oggi lo Scopigno vive coccolato dal Rieti di Curci e conserva la storia, il presente e il futuro del Rieti e del calcio in città. Con la speranza di tornare più su, lì dove merita un gioiello così. E perché no, di vederci qualche altro grande evento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA