Livorno, sotto accusa il torrente killer: esondò già nel 1986 ma fu tombato

Livorno, sotto accusa il torrente killer: esondò già nel 1986 ma fu tombato
di Mauro Evangelisti
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Martedì 12 Settembre 2017, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 11:21

Dal nostro inviato
LIVORNO
«Lo vede quel condominio? Nel 1986 ci fu un'altra alluvione, l'acqua arrivò fino al primo piano» dice un uomo, mentre porta fuori libri e mobili del suocero da un appartamento allagato all'alba di domenica. Livorno, via Rodocanacchi, tra lo stadio e viale Nazario Sauro. Intorno c'è gente che scava nei sotterranei per portare via il fango, ci sono elettrodomestici e divani, ormai inservibili che formano piccole ma ordinate discariche in attesa che l'azienda dei rifiuti venga a portare via tutto.

L'ALLAGAMENTO
All'inizio della strada c'è la bella palazzina liberty dove abitava la famiglia Ramacciotti: in quattro sono morti, sono rimaste solo la piccola Camilla di tre anni e la nonna. È un quartiere curato ed elegante, nei giardini ci sono ancora i gazebo, le altalene, le auto di grossa cilindrata, non è una borgata abusiva e degradata. «L'acqua è arrivata da sotto, fortissima, ha abbattuto la parete e allagato l'appartamento al piano interrato. Lo vede quel camminamento là, a fianco di quel palazzo? Sotto scorre il Rio Maggiore, è stato quel torrente a uccidere la famiglia». Ecco, ora tutti pensano a quell'avvertimento del 1986: per recuperare terreni e aree e ampliare i nuovi quartieri, fu ricoperto, tombato, il torrente.

Quella alluvione prima però portò via le ruspe, fu anche aperta una inchiesta giudiziaria, ma alla fine i lavori si fecero. Ma il torrente, anche se non si vedeva più, c'è sempre stato. Tra il 2013 e il 2015 furono anche costruite le casse di espansione, quelle che devono servire ad evitare la tracimazione del torrente. Fu però previsto un potenziale pari a pioggia per 150 millimetri, ma domenica ne sono caduti 250. Non è l'unico torrente tombato a Livorno: ce n'è un altro, il Rio Falciaio, ma ieri nel vertice con il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, il sindaco Filippo Nogarin e il presidente della Toscana, Enrico Rossi, hanno concordato sull'urgenza di svolgere lavori per mettere in sicurezza anche torrenti normali come l'Ugione e il Rio Ardenza.

Ma Rossi va oltre: per evitare altre tragedie bisogna stombare, riportare all'aperto, anche il Rio Maggiore, quello che ha ucciso la famiglia Ramacciotti. Il sindaco Filippo Nogarin spiega: «Quando fu deciso il tombamento del Rio Maggiore io andavo ancora a scuola. Certo, più in generale dobbiamo proprio rivedere certe scelte, ripensare come tuteliamo il nostro territorio. Tutti insieme, ragionando da istituzioni, non per la polemica politica». Il premier Paolo Gentiloni invita le amministrazioni a collaborare «senza polemiche». «Lo facciamo già da giorni» gli replica Rossi.

Nogarin ha proclamato un giorno di lutto cittadino, la procura indaga per disastro colposo, ma da ieri si è allungata la lista delle vittime del nubifragio, sono diventate 7: è stato ritrovato il corpo di Martina Bechini, 34 anni. Era stata trascinata via per due chilometri dal Rio Ardenza, tracimato. «Ho cercato di tenerla, fino a quando ho potuto, poi l'acqua me l'ha strappata» ha raccontato il marito, Filippo Meschini, ai soccorritori. All'alba di domenica i due, che si erano sposati il 15 luglio, erano usciti per verificare la situazione, quando è arrivata l'acqua. Lui è stato ritrovato vivo, ma in ipotermia, in un canneto ed ora è in ospedale. Il corpo di lei invece ieri pomeriggio è stato rinvenuto in un giardino, sempre nei pressi del Rio Ardenza. Ieri sera si cercava ancora un ottavo disperso.

LE STORIE
Sono molte le storie che s'inseguivano ieri a Livorno: un uomo, Davide Pannunzio, ieri ha contestato il sindaco Nogarin, sostenendo che nessuno è andato a soccorrere lui e la sua famiglia in via di Valle Benedetta, «per tre ore siamo rimasti prigionieri sul tetto, eravamo in sei, c'erano anche due bambine, ci ha salvati il violinista della band di Elisa che era qua per un concerto insieme a un livornese con il Suv». A Rosignano, piccolo comune confinante con Livorno, hanno dovuto evacuare una settantina di turisti che erano in un residence: oltre al nubifragio, racconta il sindaco Alessandro Franchi, nella stessa notte c'è stata anche una tromba d'aria. «Da noi l'acqua è arrivata al primo piano in alcuni punti, i danni sono ingenti, per fortuna non abbiamo avuto vittime».

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