Naturalmente, si sono subito scatenati gli avversari politici dei grillini, tutti contenti di poter infierire su di lui. E si è sbizzarrita la rete, ricoprendolo di facili sfottò e freddure del tipo: «Ha ragione Di Battista, e la riprova è che lui fa il deputato della Repubblica». Gli italiani non gli piacciono perché - spiega l'invettivista - «votano facendosi infinocchiare dai titoli dei giornali».
Dunque sono pessimi e anche babbei. Sparare questi giudizi con il vento elettorale in poppa è autolesionismo puro. E se poi i 5Stelle non dovessero vincere le elezioni, il Dibba dirà che sono dei maledetti ingrati? Giulio Andreotti sosteneva: «Mai offendere gli elettori, quelli sono sempre migliori di noi». Che poi non lo credesse davvero, è un altro discorso. Il Dibba che invece li sbeffeggia non fa che «arrecare danno agli altri senza portare alcun vantaggio a se stesso». Ossia incarna quella che, secondo il geniale economista Carlo Maria Cipolla in Allegro ma non troppo, è la prima regola della stupidità.
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