Dal Salento alla Toscana, le spiagge ambulanti-free

Dal Salento alla Toscana, le spiagge ambulanti-free
di Antonio Calitri
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Mercoledì 9 Agosto 2017, 00:16 - Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 09:27

ROMA Allontanare i venditori abusivi dalla spiagge è il nuovo mantra dell’estate. Dall’Emilia Romagna alla Puglia, dall’Abruzzo alla Toscana, le iniziative per cercare di liberare le spiagge dagli ambulanti, nella quasi totalità stranieri e irregolari, si moltiplicano. L’ultima arriva dalla Puglia dove questa volta a metterci la faccia è stato Vito Vergine, titolare di uno dei più famosi lidi del Salento, “le Maldive” di Salve, 1.000 lettini, 173 metri di concessione, che dopo aver sollecitato più volte le forze dell’ordine a controllare e allontanare dalla spiaggia gli abusivi davanti al suo stabilimento aveva festeggiato scrivendo «pulizia mattutina a cura dei carabinieri». 
Poi, davanti alle decine di commenti ricevuti ha ribattuto ai giornali locali, argomentando che «undici ambulanti con i carretti stazionano all’interno dello spazio della mia concessione demaniale, due di loro la notte dormono in spiaggia, tra le dune lasciano rifiuti e sporcizia, i miei dipendenti sono costretti a pulire, a volte i clienti si lamentano di non riuscire a vedere il mare neppure se pagano l’ombrellone in prima fila: qui non si tratta di razzismo ma di necessità di regole che valgano per tutti». E ancora, si è sfogato con Repubblica Puglia, questi venditori «un tempo passavano con ceste e piccole aste, ora con carretti grandi quanto un’automobile, che stazionano per ore sul bagnasciuga»: «Ho sollecitato più volte l’intervento delle forze dell’ordine ma non perché si tratta di gente di colore. Anche i noleggiatori di lettini e ombrelloni operano spesso al di fuori del lecito e anche in quell’ambito sarebbero necessari controlli più stringenti. Per non parlare poi di chioschi abusivi per la vendita di alimenti, dei parcheggi».

SPAZIO DEMANIALE
A 30 chilometri di distanza, nella Gallipoli capitale pugliese delle vacanze, il sindaco Pd Stefano Minerva, diventato famoso per aver nominato gli assessori alla felicità, prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche. «Con tutti i problemi che ci sono qui», spiega, «non me la vado a prendere certo con dei venditori abusivi che non credo facciano del male a vendere qualche pallone sulla spiaggia anziché andare a rubare». Poi però chiarisce che «c’è abusivismo e abusivismo. E quello dei venditori abusivi di bibite a un euro davanti ai locali, quelli che occupano abusivamente lo spazio demaniale, quelli che spacciano vanno perseguiti».
Sul versante adriatico intanto, sta prendendo piede l’iniziativa in qualche modo pilota della riviera romagnola. Su nove chilometri di spiaggia del comune di Cervia i titolari dei bagni insieme alle amministrazioni comunali, a vigili urbani, Prefettura e Questura sono riusciti ad allontanare gli abusivi dalle spiagge che divisi per bande etniche, si facevano la guerra e infastidivano i turisti durante tutta la giornata. «Siamo riusciti a debellare il fenomeno», dice Luca Coffari, sindaco Pd di Cervia, «abbiamo fatto cartello con la cooperativa dei bagnini e incaricato 30 agenti della polizia municipale di presidiare mattina e sera i 9 chilometri di spiaggia. Girano sia in divisa che in borghese». Il controllo in questo caso è doppio: sul commercio ma anche sul permesso di soggiorno. Chi non è in regola, sparisce rapidamente. 

LE MULTE
Con i cartelli che informano sul divieto di acquistare da abusivi, chi è colto in flagrante viene multato sì, ma non troppo. Appena 25 euro, che il sindaco ha ribattezzato «multa educativa», una sanzione per ricordarsi di non rifarlo ma senza rovinare le vacanze al turista con quelle alte cifre che fanno odiare quel luogo. E i risultati si vedono tanto che non solo su quel tratto non si vedono più venditori irregolari ma la strategia si sta facendo strada. La settimana scorsa un’iniziativa simile è stata adottata dal comune di Torino di Sangro, in provincia di Chieti, dove la sindaca di rinnovamento democratico Silvana Priori, insieme ai rappresentanti locali dei Carabinieri, Capitaneria, Polizia locale e Confcommercio, ha annunciato la stessa «multa educativa» di 25 euro. «L’illegalità - spiega il sindaco - crea un danno all’economia, al tessuto sociale, perdita di posti di lavoro». E se non c’è mercato, anche i venditori spariscono. A Follonica, importante località balneare in provincia di Grosseto, non sono state prese iniziative particolari ma legge alla mano e ufficialmente per contrastare la contraffazione, il sindaco - anche in questo caso Pd - Andrea Benini, ha semplicemente chiesto ai suoi vigili un’azione costante di controllo sulle spiagge. 
 
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