A proposito di Fiorello, seguo sempre con interesse le fiction d’impegno civile interpretate da questo attore di grande carisma e pari talento che il provincialissimo e miope cinema italiano snobba ingiustamente. Da “L’uomo sbagliato” a “La vita rubata”, da “L’angelo di Sarajevo” a “Io non mi arrendo” fino a “I fantasmi di Portopalo”, le miniserie di cui è protagonista Beppe denunciano le ingiustizie, condannano il crimine, rievocano episodi di cronaca italiana, rendono omaggio a personaggi coraggiosi che si sono distinti nella lotta contro l’illegalità e gli abusi.
Così, in materia d’impegno civile e denuncia, salta gli occhi il fatto che la televisione – almeno, la buona televisione – abbia ormai preso il posto del cinema che dopo i gloriosi anni Settanta ha rinunciato alla presa diretta sulla realtà e abbandonato ogni tensione morale e politica per rifugiarsi nell’evasione.
Oggi, in un mercato cinematografico ingolfato dalle commedie, a maggioranza inutili o dimenticabili, a ricordarci in che Paese viviamo e da dove veniamo per fortuna ci sono le fiction di qualità. Con buona pace di chi storce il naso, considerandole nazional-popolari, queste fiction onorano il servizio pubblico. E, nella tv consegnata ai format ripetitivi o addirittura trash, rappresentano uno dei pochi motivi rimasti a giustificare il pagamento del canone.
© RIPRODUZIONE RISERVATA